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«Aiuti subito o chiuderemo». Parole scandite come uno slogan del corteo dei commercianti, partito ieri sera da piazza IV Novembre. Inizialmente previsto come presidio di protesta permanente ai piedi del Monumento ai Caduti di Caserta, poco dopo l'arrivo dei manifestanti si è deciso di procedere in corteo lungo corso Trieste e fino a piazza Vanvitelli. Obiettivo: chiedere un incontro al prefetto e al sindaco Carlo Marino per avere un impegno concreto sulle misure a sostegno dei commercianti.
Un corteo tutto sommato tranquillo e pacifico, dove solo inizialmente si sono registrate delle tensioni tra gli stessi manifestanti. Circa in trecento sono scesi in strada per manifestare le perplessità sui provvedimenti restrittivi varati dal governo nazionale con l'ultimo decreto del presidente del consiglio. In particolare, la restrizione più contestata è quella relativa alla chiusura anticipata alle ore 18 dei locali. Una misura che danneggia fortemente il comparto food&beverage e tutto il suo indotto. Ma a scendere in piazza non c'erano solo i commercianti del centro storico e gli esercenti dei baretti: in tanti hanno voluto solidarizzare con i motivi della protesta ed hanno aderito convintamente aggregandosi al cordone.
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Nel frattempo dalla mattina un gruppo di commercianti ha presidiato l'area del monumento raccogliendo le adesioni ad una lettera che sarà inviata nelle prossime ore al sindaco e al Prefetto: «Questa mattina i commercianti della provincia di Caserta, si sono riuniti spontaneamente per protestare pacificamente contro le misure adottate dal governo centrale e dalla Regione Campania, per il contingentamento delle aperture delle attività commerciali - hanno scritto nella missiva -. I commercianti segnalano il rischio di chiusura delle loro attività con conseguente effetto domino disastroso sull'economia locale. Gli stessi lamentano lo spreco di risorse, utili per gli adeguamenti delle attività a seguito delle indicazioni pervenute dalle istituzioni».
Un appello che il sindaco della città di Caserta ha raccolto, dicendosi disponibile fin da subito ad ascoltare le richieste dei commercianti e concertare con loro strategie di azioni comuni. Il corteo si è fermato sotto gli uffici della prefettura.
La richiesta è sempre la stessa: lavorare in sicurezza, ma lavorare. E se proprio questo non si può fare nonostante tutte le precauzioni prese e tutti i protocolli nazionali rispettati, la richiesta è per avere prima i sussidi e poi eventualmente si può iniziare a parlare di chiusure. Ma sempre come ultima scelta. In verità, però, con le nuove misure ed in particolare con la chiusura anticipata delle attività, sono molti i locali che non possono alzare la serranda poiché il loro indotto derivava principalmente d'ala movida.
Il Mattino