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Baristi, ristoratori, titolari di negozi di abbigliamento e scarpe, di salumerie, agenti di viaggio, fioristi, panificatori e venditori ambulanti: tutte le categorie del commercio aderenti a Confesercenti sono scese in piazza della Prefettura a Caserta, tramite i loro rappresentanti, per chiedere al governo «di riaprire subito e tutti» e di avere «ristori più cospicui e veloci».
C'era anche il rappresentante degli ambulanti di Confcommercio, c'erano parrucchieri ed estetisti (qualificati come artigiani), che già ieri a Salerno hanno protestato con le saracinesche alzate per metà, e a dare il proprio sostegno è arrivato anche il direttore della Caritas Diocesana di Caserta, don Antonello Giannotti.
«Ci sono tante contraddizioni nelle norme governative - ha detto il sacerdote - e io sono tra quelli che non capisce perché in certi luoghi si può stare distanziati, e penso anche alle Chiese, e in altri no, mi riferisco alle attività commerciali costrette alla chiusura ma anche ai teatri o ai cinema. In questo anno di pandemia, come Caritas, abbiamo assistito un 20% di persone in più, e molti nuovi poveri sono partite Iva e piccoli imprenditori che non riescono più ad assicurare neanche un pasto ai propri familiari».
La Confesercenti ha usato come slogan per l'iniziativa «Portiamo le imprese fuori dalla pandemia»; il presidente di Confesercenti Caserta Salvatore Petrella ha inoltre consegnato una lettera al prefetto Raffaele Ruberto - lettere simili sono state consegnate dai rappresentanti dell'associazione anche nelle altre province campane - con la richiesta da inoltrare al governo la richiesta di «un decreto Imprese, con sostegni adeguati e credito immediato».
«Dopo quasi 400 giorni di pandemia - dice Petrella - molte imprese commerciali non riapriranno mentre le altre sono quasi sul lastrico.
Giuseppe Amoroso rappresenta gli ambulanti dell'Anva-Conferesercenti, e annuncia per domani un'occupazione simbolica dell'area mercatale di Santa Maria Capua Vetere, in accordo con l'amministrazione comunale.
«Devono farci riaprire» dice, e spiega inoltre di essere d'accordo con la protesta fatta ieri sull'A1 dai colleghi aderenti all'Ana-Ugl. «andava fatta». Anche Vincenzo Di Matteo, di Fiva-Confcommercio, oggi in piazza su invito di Confesercenti, dice che «la protesta di ieri ha provocato disagi ma ha fatto conoscere al governo e all'opinione pubblica la situazione degli ambulanti». Angelica De Cristofano, vicepresidente di Confesercenti Caserta e titolare di due negozi di abbigliamento a Piedimonte Matese, tuttora chiusi, dice a chiare lettere che «i decreti governativi non sono equi perché aldilà dei ristori, che sono esigui, non spiegano il perché alcuna attività devono stare chiuse e altre aperte».
Nicola Ferraro di Fiepet-Confesercenti (categoria esercizi pubblici), sottolinea l'assurdità di «tenere aperti, senza alcun controllo, i supermercati, e chiudere i ristoranti». Rosa Nacca, di Assoviaggi-Confesercenti, ci tiene a sfatare il «mito dei viaggi di Pasqua»; «solo il 2% ha prenotato, e per la stagione estiva abbiamo appena il 5% di prenotazioni. E i ristori sono troppo scarsi e lenti; solo a marzo abbiamo avuto una prima tranche che ci doveva essere pagata a dicembre».
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