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I rapporti tra Comune e la direzione della Reggia, tipici da separati in casa, incontri formali quando sotto diverse amministrazioni e direzioni avvenuti e mai approdati a una collaborazione risultata effettiva. Circa tre anni per risolvere la questione della tutela del Ponte d'Ercole da continui impatti che ne hanno scempiato le ornie ad arco di travertino, poi il colpo di reni del sindaco Carlo Marino responsabile della transitabilità del sottopasso, quindi il lavoro di rinforzo con arco portante metallico che sarebbe toccato all'ente gestore del complesso vanvitelliano e che è stato invece pagato dalla città.
In quanto al restauro delle ornie scempiate nulla è stato fatto, le carie sono evidenti. Un segnale di iniziativa varie volte auspicato per il risanamento della cancellata che costeggia il parco reale sul versante di corso Giannone è venuto dalla direzione della Reggia sul finire del mese di maggio dello scorso anno. L'ipotesi avanzata, quella del trasferimento dell'ingresso al parco reale dal cancello dirimpettaio di via Tanucci, appena dopo le scuole elementare «De Amicis», a quello dell'emiciclo dirimpettaio della chiesa di Sant'Antonio, il tutto per consentire la sistemazione di una biglietteria più attrezzata e confortevole del gabbiotto di oggi e un percorso allungato di visitatori forestieri, giusto per presentare un pezzo seppur piccolo della città.
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Ipotesi salutata come opportuna, fino a oggi nessuna comunicazione sulla progettualità effettiva, l'emiciclo col suo cancello arrugginito e disastrato, le mura esterne tutto un tatuaggio di iscrizioni a spray come il più decadente dei vagoni della Circumvesuviana ferroviaria, sono uno spettacolo indecoroso anche col parcheggio dei monopattini e stalli di sosta dedicati.
Si tratta della recinzione della parte arborea del complesso vanvitelliano, una struttura affacciata alla città, decadente e decisamente indecorosa, offende la monumentalità, aggrava l'abito di cui la città è vestita e se ne vede in più parti la natura. La facciata dei due muri di sostegno al cancello oggi di accesso al parco fu restaurata alcuni fa a cura di Confindustria, il vialetto che costeggia all'interno la cancellata disboscato a cura dell'associazione «Amici della Reggia» col finanziamento di un progetto per il reinserimento di detenuti a fine pena, altri arredi offerti alla Cappella Palatina dalla stessa associazione, pulizia recente delle vasche a cura di associazioni di sommozzatori. Un accenno, questo, parziale del contributo che la città attraverso le sue varie componenti offre al mantenimento del patrimonio di cui si va fieri anche da quando la Reggia è un ente amministrativo autonomo con proprio bilancio economico. Per dire: in quanti si devono incontrare per risanare la decrepita cancellata del parco reale?
fr.ton.
Il Mattino