«Caserta risparmia coi buoni fruttiferi», è quinta in Italia: 30 milioni di libretti

«Caserta risparmia coi buoni fruttiferi», è quinta in Italia: 30 milioni di libretti
Ci sono più di 30 milioni di libretti postali attivi in Italia. Se invece guardiamo ai buoni fruttiferi, i milioni diventano 48. In questa dimensione la provincia di...

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Ci sono più di 30 milioni di libretti postali attivi in Italia. Se invece guardiamo ai buoni fruttiferi, i milioni diventano 48. In questa dimensione la provincia di Caserta si piazza al quinto posto, dietro solo a quelle di Napoli (2.697.432 buoni), Roma (2.120.568), Salerno (1.834.702) e Torino (1.678.295). I numeri in Terra di Lavoro parlano di 1.469.371 buoni e di 858.059 libretti di risparmio emessi. Andando a confrontare i dati con la popolazione residente nel territorio (secondo l'Istat, 900.293 al 1 gennaio 2022), si arriva, rispettivamente, a meno di due e a quasi uno pro capite.

La fotografia è allora quella di una grande fiducia dei casertani nei confronti dei sistemi di risparmio di Poste Italiane. «Ho avuto modo di sperimentare la grande comodità del Libretto Smart», racconta Giulia, infermiera professionale di 25 anni che dalla provincia di Caserta ha cambiato città, contribuendo a contrastare i disastri della pandemia. Nella prima metà del 2020, appena è scattato il lockdown, è andata a vivere a Roma e si è ritrovata a dover conciliare un lavoro che la teneva impegnata per quasi tutta la giornata con la necessità di fare acquisti, anche solo per procurarsi del cibo. «Utilizzando l'app Bancoposta, trasferivo sulla mia Postepay le somme che utilizzavo per effettuare tutti i pagamenti online, a cominciare dalla spesa che mi veniva recapitata a domicilio sul pianerottolo di casa, evitando così l'uso dei contanti, potenziale veicolo di contagio. Ho preparato in fretta e furia una valigia e da un giorno all'altro mi sono trasferita dalla provincia di Caserta a Roma per lavorare all'ospedale Spallanzani, incredula per ciò che stava accadendo intorno a noi. Ho iniziato turni di diciotto ore con i miei nuovi colleghi e non avevo il tempo di provvedere neanche ai bisogni più essenziali, specialmente durante i periodi di quarantena in cui mi trovavo in completo isolamento».

Quel reclutamento per fare fronte alla grande emergenza del 2020 si è trasformato per Giulia in un contratto a tempo indeterminato allo Spallanzani, dove lavora nel reparto di terapia intensiva Covid, e dove ancora oggi, in cui si parla di una grande carenza di medici e infermieri, rappresenta invece una delle figure di riferimento per chi ha bisogno di cure. «Porto sempre con me la Carta Libretto, collegata al Libretto Smart sul quale mi viene accreditato lo stipendio, e non dimentico come in quel momento di emergenza e difficoltà organizzativa quegli strumenti digitali mi hanno dato la serenità di essere indipendente e autosufficiente nell'affrontare la mia nuova vita». Diversa è invece la vita e l'esperienza della signora Assunta. Se infatti Giulia dice di utilizzare ancora oggi il servizio delle Poste per la comodità del digitale nella sua quotidianità, qui si tratta di mettere da parte danari per il futuro proprio e di tutta la famiglia.

La settantacinquenne di Casi, frazione di Teano, è ancora una coltivatrice appassionata e a ogni raccolto dona un cesto di frutti ai dipendenti del suo ufficio postale di riferimento. È un gesto che compie oramai da molti anni in concomitanza con la sottoscrizione di un nuovo prodotto. «Se il raccolto era andato bene potevo sottoscrivere più buoni e immaginare come sarebbero state le nuove stanze che avrei aggiunto alla mia casa una volta arrivati a scadenza». La signora Assunta dice di utilizzare i buoni fruttiferi da 50 anni, di importo e durata differenti: ha sempre risparmiato per investire nell'ampliamento della propria casa. 

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Il Mattino