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In classe per fare lezione. In classe, al serale, per rimettersi in gioco, per recuperare un tempo perso, per ricominciare un percorso di studi e finire, invece, accoltellata alla gola da una compagna di classe. Lo sgomento percorre gli animi e il dolore di chi alla scuola dedica anima corpo ed energie è fortissimo. «Sono amareggiata e preoccupata - ha detto la dirigente scolastica del Buonarroti Vittoria De Lucia -, per quello che è successo e per quello che hanno dovuto vivere le altre studentesse e gli altri studenti della classe. Sebbene si tratti di un corso per adulti, perché il serale è destinato agli adulti, non è immaginabile che questo accada in una scuola. La dinamica dei fatti, il dramma accaduto mi fa pensare che questa ragazza abbia dei problemi». Tirata per i capelli, picchiata alle spalle, inseguita e poi accoltellata alla gola. In prognosi riservata all'ospedale di Caserta la vittima, fermata con un provvedimento cautelare l'aggreditrice.
«Siamo in contatto costante con l'ospedale - ha aggiunto la preside -; fortunatamente le sacche di sangue non sono servite e questo ci fa ben sperare.
Una generazione fragile, violenta, vittima di se stessa. «Stiamo cercando di entrare nelle scuole - continua Aldi -, io e i miei collaboratori per spiegare al corpo docente come vive e pensa questa generazione, ci proponiamo perché siamo preoccupati, lo facciamo gratis, ma è bruttissimo trovare le porte chiuse. Le scuole sono concentrate su mille attività e forse sfugge loro che è necessario capire come sono i nuovi studenti. Bisogna subito modificare l'assetto della didattica, comprendere che questi giovani ragionano in modo diverso, i loro neuroni sono organizzati in altro modo perché passano più tempo sui social che sui libri; quando i professori parlano loro non ascoltano e non capiscono e non sono in grado di rielaborare. Seguo ragazzini che si volevano suicidare perché non avevano fatto goal durante una partita il dramma è che questo nasce dall'incapacità di sopportare la frustrazione».
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