Cinema, piano per ripartire: «Riaprire le sale a Caserta»

Sos di imprenditori, produttori e registi

Proiezioni all'aperto in villa Giaquinto
Una partecipazione tanto numerosa, appassionata e interessata per un convegno-dibattito non si vedeva da tempo in città. Ieri sera, la sala di Confindustria era strapiena...

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Una partecipazione tanto numerosa, appassionata e interessata per un convegno-dibattito non si vedeva da tempo in città. Ieri sera, la sala di Confindustria era strapiena soprattutto di casertani "orfani" di cinema. Erano lì per sapere - come recitava il titolo dell'iniziativa promossa dall'Associazione "Risorse e futuro" - se «Ci sarà una volta un cinema a Caserta». Non una domanda, come ha sottolineato Massimo Santoro, che ha condotto la prima parte dell'incontro, ma «un'affermazione, una speranza, un auspicio, un diritto».

Nessun intento polemico, l'Associazione «ha inteso creare connessioni, fra professionisti del cinema, imprenditori, amministrazione comunale e cittadini». «Questo incontro non ha fini politici se non quelli dell'attenzione alla Polis», ha ribadito il presidente di "Risorse e Futuro", Andrea Della Selva. «L'auspicio è che si possano trovare soluzioni per ridare il cinema alla città, per una piattaforma di spettatori che appare consistente, come testimonia la partecipazione massiccia di stasera». Un concetto rilanciato da Francesco Rutelli, presidente Ania: «Se mi mancasse una sala cinematografica mi sentirei una persona diminuita - ha detto in un videomessaggio - perciò capisco Caserta e sostengo la necessità che si provveda al più presto a colmare questa assenza anche creando occasioni di confronto con il mondo dell'impresa. Il cinema è un'attività produttiva e, dunque, gli imprenditori coraggiosi vanno agevolati e supportati».

E qualche risposta si è intravista. A partire dai Salesiani che hanno messo a disposizione il teatro. «Con grossi sacrifici abbiamo ristrutturato la sala. È stata solo una coincidenza dice il direttore don Antonio D'Angelo - noi siamo impegnati da sempre nel campo del cinema, della musica, del teatro, perché crediamo nel loro valore educativo e culturale. Ecco perché abbiamo messo a disposizione il nostro spazio. Partiremo con la programmazione da settembre. Voi sosteneteci». Anche il sindaco Carlo Marino, dopo aver ricordato i casertani diventati eccellenze nel mondo del cinema che fanno conoscere la città in tutto il mondo, ha annunciato che anche quest'anno ci sarà la stagione estiva di cinema, ospitata, questa volta, negli spazi della Biblioteca comunale. «È un'attività - continua - in cui crediamo molto, come in tutte quelle che hanno a che fare con la cultura, capaci di far crescere il Pil della città».

Dati alla mano, Remigio Truocchio, produttore cinematografico, organizzatore di eventi, anima dello storico Cineclub Vittoria, ha dimostrato che «Caserta è una città da cinema» avendo un bacino di utenza di 250mila abitanti e una antica tradizione di appassionati, dunque qui «qualsiasi sala funzionerebbe». Eppure, dopo la crisi del settore al quale la pandemia ha dato il colpo di grazia, «ora la gente sta tornando al cinema, ma sono soprattutto i giovani, e sono proprio quelli che già usufruiscono di questi contenuti persino dalle piattaforme. Che ha detto Simone Gialdini, imprenditore e direttore generale Anec ormai non sono più così tanto attrattive».

Neanche il regista di origini casertane Edoardo de Angelis, vede un pericolo nelle piattaforme. «Sono importanti le storie che però ha sottolineato - vivono meglio in un luogo rispetto a un posto. Se un film viene proiettato in tv c'è una persona che occupa un posto. Invece, il luogo ospita un'esperienza collettiva. Perciò, Caserta, che ha generato il cinema italiano più importante degli ultimi 20 anni, con i suoi autori, registi, attori, sperimenta il senso di vergogna per l'assenza di una sala cinematografica. Se si perpetua questa condizione saremo destinati a diventare irrilevanti, se vogliamo tornare a esser rilevanti bisogna partire da un luogo dove riunirsi come in un rito collettivo». Ma conviene investire a Caserta? Secondo Gialdini sì ma bisogna offrire strutture non grandi, non troppo lontane dal centro, con sale confortevoli, tecnologicamente avanzate, orari flessibili, bar e ristoranti. Tra le proposte quella di una raccolta fondi avanzata da Silvestro Marino del Duel, e di Gian Maria Modugno, gestore del cine-teatro Ricciardi di Capua che, con Francesco Massarelli, ha mantenuto una stagione cinematografica, che ha chiesto di «creare una rete fra i titolari dei cinema, una specie di multisala diffusa anche per avere maggiore potere contrattuale nei confronti della distribuzione».
 

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Il Mattino