Pignataro, omicidio del figlio del boss: assolti in Appello tre presunti killer

«Cold case» di camorra: sentenza in Appello sull'omicidio Lubrano
Pignataro Maggiore. Sentenza ribaltata in Appello per gli imputati accusati dell’omicidio di Raffaele Lubrano, il figlio del boss di Pignataro Maggiore ucciso il 14 novembre...

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Pignataro Maggiore. Sentenza ribaltata in Appello per gli imputati accusati dell’omicidio di Raffaele Lubrano, il figlio del boss di Pignataro Maggiore ucciso il 14 novembre del 2002. Dopo la collaborazione con la giustizia del braccio destro del clan Schiavone e Zagaria, Giuseppe Misso, i giudici della corte di assise di Appello di Napoli - presidente Elvira Capecelatro - hanno assolto Raffaele Piccolo, Francesco Bianco e lo stesso Misso mentre è stata riformulata la sentenza di condanna per Vincenzo Schiavone detto «O’petillo», condannato in primo grado dai giudici di Santa Maria Capua Vetere all’ergastolo e ora a 23 anni.


La decisione dei magistrati, ieri, ha scompaginato il quadro costruito dalla sentenza di primo grado dei giudici sammaritani che avevano creduto alle parole di Raffaele Piccolo, condannato due anni fa a 12 anni dopo aver ammesso i fatti. Gli atri imputati erano stati condannati all'ergastolo. Lubrano era considerato l’erede del gruppo camorristico di Pignataro, ma il clan dei Casalesi non poteva soffrire la supremazia della cosca nell’Agro Caleno: Lubrano dava fastidio e, quindi, gli Schiavone decisero di punire il gruppo di Pignataro Maggiore eliminando l’uomo che faceva da trait d’union tra la famiglia originaria di Marano e quella dei Nuvoletta, alleate storiche dei gruppi mafiosi siciliani. Lello Lubrano era, infatti, il marito di Rosa Nuvoletta, figlia del boss Lorenzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino