Condannato l'architetto che «ideò» il bunker del boss Zagaria

Condannato l'architetto che ideò il bunker del boss Zagaria
Era un fortino sotterraneo speciale, dove probabilmente il boss amava mangiare il suo piatto preferito - le orecchiette alle cime di rapa - in tutta tranquillità. A...

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Era un fortino sotterraneo speciale, dove probabilmente il boss amava mangiare il suo piatto preferito - le orecchiette alle cime di rapa - in tutta tranquillità. A costruirlo era stato un carpentiere con il benestare di un colletto bianco. Due giorni fa è stato condannato chi, per gli inquirenti, rese possibile la costruzione del bunker-cassaforte nel cuore di Casapesenna, in via Santagata. Sette anni di carcere per l’architetto Domenico Carmine Nocera, accusato di aver redatto il progetto e la richiesta di concessione edilizia per la costruzione del bunker del latitante Michele Zagaria, il capo dei capi del clan dei Casalesi. Questa la sentenza emessa dal tribunale di Napoli nord, sezione con presidente Eleonora Pacchiarini, giovedì, al termine di una lunga camera di consiglio.

Ha retto l’impianto accusatorio della procura Antimafia di Napoli, sostituto procuratore Maurizio Giordano. Il pm aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione ai giudici. Gli avvocati difensori Claudio Botti e Alessandro Barbieri avevano, invece, chiesto l’assoluzione. I giudici hanno concesso le attenuanti generiche condannando il professionista di Caserta a 7 anni di reclusione. Ora si apre la partita dell’Appello, dopo il deposito della motivazione. In realtà, l’architetto era finito anche nell’inchiesta per la costruzione del parcheggio di via San Carlo a Caserta e qualche tempo fa il Pd chiese ufficialmente la revoca di alcuni incarichi affidati da enti pubblici all’architetto.
Stando ai collaboratori di giustizia, il professionista farebbe parte della schiera di quei colletti bianchi della zona grigia tra camorra e affari: avrebbe messo a disposizione lo studio a persone vicine al clan, le stesse persone che gli sarebbero tornate utili per ottenere incarichi di direzione lavori a Caserta. Inoltre, Nocera avrebbe incontrato nel suo studio Zagaria durante la latitanza e gli avrebbe predisposto il contratto di locazione di un’altra villetta-bunker di Casapesenna, in via Santagata, quella dove il boss si sarebbe nascosto dal maggio 2005 al luglio 2008. Lo ha rivelato ai magistrati Generoso Restina, l’uomo che in quei tre anni è stato il vivandiere del boss di Casapesenna. In realtà, per la costruzione vera e propria del bunker nella casa di Generoso Restina di Casapesenna in via Santagata era stato già condannato per favoreggiamento il muratore Francesco Nobis.

Fra le pieghe dell’inchiesta spuntò la circostanza secondo la quale un vecchio immobile del casertano fu raso al suolo e ricostruito in villetta con annesso bunker sotterraneo per proteggere la latitanza di Zagaria. La villetta venne poi intestata a una prestanome. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino