Consorzio unico di bacino, in 408 a rischio processo

La sede del Cun, al corso Giannone a Caserta
Sono 408 gli avvisi di chiusura indagine notificati in questi primi giorni dell’anno dalla procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di altrettanti indagati per le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono 408 gli avvisi di chiusura indagine notificati in questi primi giorni dell’anno dalla procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di altrettanti indagati per le vicende connesse al Cub, Consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta, per i quali il pubblico ministero Antonella Cantiello si prepara a chiedere il processo. Se ci sarà un giudizio, a Santa Maria Capua Vetere inizierà un maxiprocesso su quello che è stato uno dei più grandi scandali campani, visto che secondo l’ipotesi accusatoria il Cub fu utilizzato da una certa politica per nomine ad hoc finalizzate a tradursi in consensi elettorali. 

Tra gli indagati principali compaiono i nomi di personaggi che hanno ricoperto i ruoli di vertice del Cub: da Antonio Scialdone, che è stato direttore, a Gaetano Farina Briamonte e Gianfranco Tortorano, che invece del Cub sono stati commissari. Desolante lo scenario che la procura ricostruisce in un’unico fascicolo nel quale confluiscono indagini convergenti del Nucleo di polizia tributaria diretto dal tenente colonnello Gaetano Senatore e dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, guidati dal colonnello Giancarlo Scafuri per fatti risalenti al periodo compreso tra il 2006 e il 2011. I reati, contestati a vario titolo, vanno infatti dall’assenteismo protratto nel tempo di decine di dipendenti (le posizioni minori), sino alle nomine dirigenziali pilotate e agli affidamenti diretti in cambio di voti (e infatti viene contestato anche il voto di scambio), passando per la truffa e arrivando ad affidamenti diretti, e ingiustificati, di incarichi e appalti.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino