Il caso 1 di Aversa, il primo contagiato, totalmente guarito dal coronavirus, come accertato da due tamponi, ad alcuni giorni di distanza, fa ancora paura. Ingiustificata, in...
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Alla fine è intervenuto l'avvocato Nicola Marino «al fine di poter meglio chiarire i contorni di una vicenda profondamente spiacevole per il cosiddetto caso 1 che, in virtù di testimonianze fuorvianti, rischia di passare come il prepotente di turno che, ad onta di ogni pericolo legato alla pregressa patologia sofferta, non evita di mettere in pericolo la propria e l'altrui incolumità». «In realtà, il caso 1 continua il legale - si poneva in fila per entrare in un supermercato ponendosi a distanza di sicurezza dalle altre persone, effettivamente privo di mascherina e guanti, non obbligatori. L'uomo spiegava che non vi era alcun pericolo, ma, nonostante tale ampia disponibilità a chiarire la sua vicenda, da uno dei presenti gli veniva richiesta addirittura l'esibizione della certificazione medica a riprova di quanto affermato. A tale richiesta, ovviamente, gli animi si surriscaldavano». Alla fine spesa fatta con mascherina e l'auspicio «che quanto verificatosi non accada più e che il caso 1 costituisca un caso pilota attraverso cui meglio gestire la fase post patologia, utilizzando meno istinto e più razionalità».
Ci son volute due settimane per acciuffarle. Le due ragazzine, di appena 17 anni, cugine e originarie del Beneventano che erano state beccate ad amoreggiare dietro un muretto di viale della Ferrovia a Santa Maria a Vico, con tre ragazzi del posto, sono state denunciate secondo il decreto vigente. I carabinieri della stazione locale agli ordini del maresciallo Conca, in accordo con il comando di Polizia Municipale diretto da Piscitelli, dopo aver ricostruito tutti gli spostamenti dei ragazzi, anche attraverso i social, hanno individuato le minorenni e le hanno denunciate per essere scappate. L'episodio risale a metà marzo quando le ragazzine, insieme a tre amici, avevano deciso di appartarsi e, ignari di essere sorpresi, lo avevano fatto persino in gruppo. Ai tempi del Coronavirus, la situazione anche sotto l'aspetto dell'amore ne risente. I cinque erano, secondo quanto hanno poi dichiarato alle forze dell'ordine, solo desiderosi di libertà. Volevano scambiarsi qualche coccola, nulla di più. A beccarli due pattuglie. Le due ragazze alla vista delle forze dell'ordine si diedero alla fuga. Scapparono a piedi in direzione dell'Appia. Di loro, dopo qualche minuto, nemmeno l'ombra. Si dileguarono nel nulla e, forse, vista la paura di essere state scoperte ritornarono subito a casa. I tre uomini, invece, dopo aver rilasciato false generalità, furono denunciati penalmente: oltre a rispondere di entrambi i reati, compreso quello di essere usciti di casa in un momento così delicato e, soprattutto, vietato.
Intanto a Maddaloni gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato, agli ordini del dottor Aldo Mannarelli, negli ultimi cinque giorni, hanno elevato, in collaborazione con il comando locale di Polizia Municipale, guidato dal maggiore Domenico Renga, circa duecento verbali. Oltre ai soliti passeggi fuorilegge, beccati lungo va Caudina e via Libertà, ma anche nella zona di corso I Ottobre, senza dimostrare nessun tipo di autocertificazione tra le mani, nella zona del Palazzetto dello Sport sono stati beccati addirittura due amanti, appostati in auto. Trovati in atteggiamenti equivoci, sono stati immediatamente denunciati.
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Il Mattino