Pasquetta col Covid a Caserta: tuta e barbecue e diventano tutti sportivi

Pasquetta col Covid a Caserta: tuta e barbecue e diventano tutti sportivi
Sole e temperatura piacevole: quasi una beffa per una Pasquetta da trascorrere il più possibile in casa. Il lunedì in Albis in zona rossa a Caserta è stato,...

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Sole e temperatura piacevole: quasi una beffa per una Pasquetta da trascorrere il più possibile in casa. Il lunedì in Albis in zona rossa a Caserta è stato, generalmente, all'insegna del rispetto delle regole: niente gite fuori porta, pochi assembramenti, quasi vuota Casertavecchia fra le mete più frequentate in questo periodo, quando diventava ostaggio di fiumane di persone che solevano banchettare nelle aree picnic situate all'ingresso del Borgo. Ieri, invece, la cittadella medievale era quasi deserta: poche le persone in giro, locali chiusi, stradine silenziose.



A Caserta città, invece, si è registrato un gran movimento di persone prevalentemente in abbigliamento sportivo che hanno affollato i luoghi «verdi» cittadini. Prima di tutto piazza Carlo di Borbone, presa d'assalto già dalle prime ore della giornata. Orfani del grande parco reale, chiuso come tutti i musei italiani a causa della situazione epidemiologica, i casertani si sono riversati nella zona antistante il Palazzo reale. Molti in bicicletta, a fare ginnastica, a passeggiare con i cani o a correre non solo nei pressi della Reggia ma anche a San Leucio e Vaccheria: la pandemia sembra aver trasformato i casertani in un popolo di sportivi e di ecologisti.

Nel bosco reale, quello situato a Vaccheria, c'era molta più gente del solito. «Questo è un luogo abbastanza frequentato in primavera e in estate è la testimonianza di Giovanni Marino, della Pro loco di Vaccheria ma non avevamo mai visto tante persone come tra Pasqua e Pasquetta. Potrebbe essere una cosa positiva l'abitudine a passeggiare o correre in questi spazi, se non fosse per i soliti maleducati che lasciano a terra i segni del proprio passaggio: dai pacchetti di sigarette, alle cicche, fino alle mascherine abbandonate a terra». Affollata anche la strada che collega San Leucio a Vaccheria: ieri la gente era tanta e non sempre corretta al punto da rendere necessario l'intervento di qualche agente delle pattuglie delle forze dell'ordine impegnate nei controlli stradali costretto a ricordare ai distratti di indossare correttamente la mascherina, di non fermarsi in gruppo, di rispettare le distanze. Numerose le presenze persino sulla strada che collega Vaccheria al vecchio (e purtroppo abbandonato) Casino borbonico.

«Mi sono spinta fin qui per evitare la folla che ho visto giù. Ho preferito spostarmi qui con l'auto è la testimonianza di Alba per non ritrovarmi in mezzo a tanta gente. Ho l'abbonamento alla Reggia, ma da quando l'accesso è interdetto, mi sto spostando per la mia consueta passeggiata nei luoghi intorno alla città». Insomma, anche nella Pasqua 2021 sembrerebbe siano state rispettate divieti e limitazioni. Almeno in apparenza, perché, non sono mancati segni di riunioni non necessariamente familiari: è bastato osservare gli accessi ad alcuni dei supermercati aperti per vedere gruppi, anche folti, di ragazzi e non solo, acquistare bibite, buste di patatine, panini e anche bottiglie di alcolici. Situazioni che fanno temere un'osservanza solo apparente, per un lockdown più fittizio che reale. Così, mentre le riunioni si spostano nelle case, sui terrazzi, nei giardini, dove ovviamente i controlli sono impossibili, rimangono chiusi i luoghi deputati all'accoglienza in sicurezza sia per la loro estensione che per il rispetto delle regole garantito. Come la stessa Reggia con il suo grandissimo parco e come anche il Bosco di San Silvestro, oasi Wwf, dove in 760.000 metri quadrati è difficile che si verifichino assembramenti.



«Avevamo preso tutte le precauzioni possibili scrive il responsabile dell'Oasi, Franco Paolella : fascia oraria di entrata di quattro ore anziché orario unico, tre punti di igienizzazione per le mani, controllo della temperatura, chiusura della sala proiezione, del museo e del panda shop, visite guidate per singole persone o per gruppo-famiglia, mini-guida plastificata che in serata veniva igienizzata per essere poi riutilizzarla, igienizzazione sistematica dei bagni con annotazione dell'ora e dell'operatore intervenuto, posizionamento di un segnale luminoso libero-occupato e un percorso di entrata diverso dall'uscita per evitare incroci. Insomma conclude Paolella abbiamo affrontato spese considerevoli rispetto alle nostre scarse disponibilità ma non è servito a niente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino