Sale a 74 il numero di contagiati da covid collegati al focolaio scoppiato nell'enclave bulgara di Mondragone dieci giorni fa. Dopo i ventotto riscontrati dallo screening di...
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Con i risultati di ieri, può ritenersi concluso lo screening di massa sui braccianti nell'Alto casertano. Quando alla zona rossa dell'area ex Cirio l'Unità di crisi regionale ha fatto sapere che, tra sette giorni, al termine della prevista quarantena, saranno eseguiti di nuovo i tamponi sui residenti per appurare la situazione sanitaria e stabilire se interrompere l'isolamento de quartiere.
Una a Mondragone, l'altra a Falciano del Massico, le aziende costrette alla serrata dopo i risultati dei test. Nel caso di Falciano, è stato il sindaco Erasmo Fava a intervenire con una propria ordinanza, disponendo la sospensione dell'attività dell'azienda, e a inviare la nota ai vigili urbani per l'attuazione. Stranamente, infatti, il documento emesso martedì dall'Asl di Caserta, che disponeva la chiusura della ditta, era rimasta lettera morta.
Intanto ieri, il Comune di Mondragone è scivolato in un clamoroso caso di violazione della privacy: sull'albo pretorio dell'Ente locale è infatti finito il file contenente nomi, indirizzo e data di nascita delle diciotto persone trovate positive al coronavirus nello screening di martedì. Come sia potuto accadere, al momento non è chiaro, ma si sa che dopo che l'elenco - che dovrebbe essere top secret e noto solo al sindaco, al comandante dei vigili e alle forze dell'ordine competenti per territorio - è finito un po' ovunque, incluse le pagine on line delle testate locali, il pdf allegato all'ordinanza sindacale per l'isolamento dei contagiati, è stato rimosso in fretta e furia dopo un paio di ore.
Inutile dire che l'eliminazione a metà mattinata non ha ridotto i danni. Come tutto ciò che passa per il web, le tracce della maldestra operazione avvenuta negli uffici comunali resteranno indelebili dal momento che, una volta scaricato, il file ha fatto il giro della Campania passando di chat in chat. Diverse le ipotesi sulla genesi della gaffe. C'è chi sostiene che qualcuno abbia voluto «colpire» l'amministrazione comunale e quindi che l'elenco non sia finito on line per errore, chi invece è pronto a giurare che, nella caccia alle streghe che si è scatenata in città dopo l'esplosione del contagio nel ghetto bulgaro, qualcuno abbia voluto volontariamente diramare i nomi dei contagiati per mettere alla berlina gli «untori». Con tutta probabilità, si è trattato solo di un grossolano quanto gravissimo errore.
«Condanno gli estremismi e la violenza e sono pronto a incontrare Matteo Salvini in un luogo istituzionale per parlare dei problemi della nostra terra». A due giorni dalla guerriglia scatenata sul Litorale dalla visita del leader leghista, il sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico, torna su quanto accaduto lunedì. «È stato un danno soprattutto per i cittadini che volevano ascoltare Salvini, magari anche dissentire, ma in modo civile. A loro è stato precluso ogni tipo di confronto su argomenti che interessano la collettività. È vero che Salvini è venuto come leader di partito, ma se volesse ritornare e incontrare gli amministratori in un luogo istituzionale, noi non ci sottrarremmo al dialogo, e lo incontreremmo per confrontarci». Una presa di posizione effetto anche dei distinguo emersi in città e nella maggioranza del consiglio comunale dopo il pomeriggio di violenze all'arrivo di Salvini. RVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino