Don Barone, assolto il poliziotto Schettino: «Due anni sotto processo per niente»

Don Barone, assolto il poliziotto Schettino: «Due anni sotto processo per niente»
«Un giorno, quando tutto questo sarà veramente finito, vi racconterò una storia incredibile». Sono le prime parole del commissario di polizia Luigi...

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«Un giorno, quando tutto questo sarà veramente finito, vi racconterò una storia incredibile». Sono le prime parole del commissario di polizia Luigi Schettino, pochi minuti dopo la lettura della sentenza che lo manda assolto «perché i fatti non sussistono» dall'accusa d'essere stato in qualche modo complice del sacerdote condannato per i maltrattamenti su minore.


Non ne è responsabile, Schettino, «sapevo di essere innocente, ma lo si è veramente solo quandolo stabilisce una sentenza» continua il poliziotto, ex commissario di Maddaloni, poi passato alla Digos e pronto per la promozione alla Dia quando fu arrestato nel 2018 insieme al sacerdote che aveva celebrato il suo matrimonio. «Ringrazio i giudici perché hanno fatto chiarezza, non lasciandosi condizionare da nessun fattore esterno, tantomeno dalle pressioni mediatiche che c'erano intorno al processo», aggiunge Schettino. «Ringrazio il mio avvocato, Carlo De Stavola, e mia moglie che mi è sempre stata accanto, udienza dopo udienza». Ma oltre i ringraziamenti c'è l'amarezza. Comprensibile. Schettino è finito al centro di una bufera mediatico-giudiziaria mentre indagava su una setta satanica di Maddaloni. La ragazza che gliene parlò è la stessa che ha poi accusato don Barone di violenza sessuale e che non è stata creduta dai giudici che, ieri, per questo capo d'imputazione, Barone lo hanno assolto. Nel bel mezzo di quelle indagini, finì nel servizio delle Iene parallelo alle indagini della Procura. E fu sospettato di aver cercato di spingere la sorella della piccola vittima a non denunciare il prete. Una storia che fu messa nero su bianco dal suo vice, il poliziotto Vito Esposito, in una relazione che presenta più di un punto oscuro. Ed è su questo, sulla questione dell'omessa denuncia, che il tribunale vuole gettar luce: gli atti sono stati rinviati in Procura. Pe r il resto, Schettino è innocente e potrà riprendere servizio. «Avrei potuto farlo anche prima, ma ho preferito attendere la sentenza. Ora ne parlerò con l'amministrazione», conclude.
 
Va detto che Schettino è l'unico finito sotto processo per le presunte pressioni a favore del prete. La sorella della vittima si recò al commissariato di Chiaiano, dal vescovo di Aversa, sua zia e il sindaco di Novara scrissero ai servizi sociali; tutti avevano compreso che la bambina era sottoposta a rituali esorcistici violenti anziché alle cure di cui aveva bisogno, ma nessuna di quelle richieste d'aiuto fu ascoltata. Eppure il solo a finire sul banco degli imputati è stato Schettino. Per lui ieri è finito un incubo. Il commissario Luigi Schettino non ha mai assistito alle violenze, lui stesso è parso inorridito quando i pm hanno mostrato in aula un video in cui Barone colpiva un uomo sulla testa con un pesante crocifisso.


Nel corso del dibattimento i testimoni e le prove hanno escluso Schettino dai momenti più violenti delle performance di Barone. Ha rischiato il licenziamento dalla polizia per le chat acquisite dal suo cellulare in cui parlava con il sacerdote proprio di quelle denunce. Ci sarà un approfondimento su questo aspetto, ma non solo per Schettino. Anche per Vito Esposito, il poliziotto che era presente quando la sorella della vittima andò in commissariato e che, finora, non è stato indagato per quei fatti. I giudici hanno rinviato tutto alla Procura, l'ipotesi è l'omessa denuncia. E già aleggia una scia di denunce per calunnia. Lo annuncia chi è stato assolto dopo ventiquattro mesi da incubo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino