CASERTA - Fiori per don Giuseppe Diana ma anche fiori per Antonio Di Bona, Domenico Noviello, Paolo Coviello, Pasquale Pagano e Antonio Petito. Ieri mattina...
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Una commozione forte ma anche una ritrovata, rinata, accresciuta consapevolezza nel lottare uniti per la legalità e contro la forza precaricatrice della camorra. «Il sacrificio di don Peppe e delle altre vittime della criminalità ci chiama ad essere attenti alla parola di Dio e a non perdere la speranza», ha detto il vescovo di Avesa monsignor Angelo Spinillo, vicepresidente della Cei, nella sua omelia, ieri mattina durante la messa celebrata nella parrocchia di San Nicola di Bari dove il 19 marzo del 1994 don Diana venne ucciso dai killer della camorra mandati dalla famiglia De Falco. «La speranza è che non ci si ritrovi dopo la liberazione nel deserto senza acqua», ha rimarcato don Franco Picone che di don Diana ne ha raccolto l’eredità.
In prima fila ieri, nei banchi della chiesa oltre ai familiari del prete ucciso dai camorristi e di tutte le vittime innocenti, c’erano i rappresentati delle istituzioni da quelle locali con la vicesindaco Mirella Letizia, il viceprefetto Vincenzo Lubrano ed il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino