«Doppi turni, è l’inferno per mio figlio Mattia»

«Doppi turni, è l’inferno per mio figlio Mattia»
Aversa. «La sua vita, ma anche le nostre vite, sono state stravolte dai doppi turni». Diritto allo studio negato, ad Aversa. E questo provoca dolore, tanto dolore a...

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Aversa. «La sua vita, ma anche le nostre vite, sono state stravolte dai doppi turni». Diritto allo studio negato, ad Aversa. E questo provoca dolore, tanto dolore a Rossana, la madre di Mattia, insegnante che ha dovuto lasciare temporaneamente il lavoro per seguire il figlio di mattina, quando non è a scuola. Disagi, incubi notturni, rischio psicofarmaci, terapia che salta. Si è trasformata in un inferno la vita di Mattia, il bambino di otto anni che frequenta la terza elementare in una delle classi del plesso Sant’Agostino del Secondo Circolo Didattico. Mattia è un bambino bellissimo e speciale e il suo modo di esprimersi rientra dello spettro autistico. Lui è uno dei tanti alunni costretti ai doppi turni dall’8 gennaio scorso. Solo che a lui i cambiamenti destabilizzano. Più che agli altri. Ed è per questo che il diritto negato per Mattia diventa un caso.

Alla ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia, infatti, si registrò la caduta di alcuni calcinacci in un’aula del plesso e il successivo sopralluogo dei vigili del fuoco decretò la chiusura della scuola. Mattia ha scritto una lettera nella quale, con il candore di un bimbo di otto anni, illustra le peripezie alle quali è stato costretto dai doppi turni. La terapia che segue è l’Aba (l’analisi applicata del comportamento), un metodo applicato fondato su una scienza di base, l’Analisi Sperimentale del Comportamento. L’unica con fondamento scientifico e capace di produrre effettivi risultati nei bambini. Ma le ore di terapia saltano a causa delle ore di scuola, spostate nel pomeriggio. «Si tratta – racconta la signora Rossana di un bambino metodico. I bambini come Mattia hanno i loro rituali, le loro abitudini. Necessitano di certezze e di punti fermi. Invece, mio figlio non solo si è visto cambiare l’edificio, ma anche l’aula ogni settimana. Un cambiamento che gli ha causato non pochi disagi». Un dramma per Mattia e la sua famiglia che solo chi vive la condizione può capire. Non le istituzioni, che si lasciano scivolare fra le mani l’opportunità di far vivere una vita normale a un bambino. Non il Comune, che non riesce a trovare il modo di accelerare i tempi per i lavori.
«D’inverno, ad esempio - continua il racconto di Rossana – è venuto meno il rapporto giorno, notte. Si entrava di giorno e si usciva che era buio. Strano per un bambino abituato a frequentare la scuola con la luce del sole. Ci sono stati problemi nel ritmo sonno e veglia con conseguenti problemi durante la notte quando si è svegliato con incubi. Per porvi rimedio mi avevano consigliato di somministrargli degli psicofarmaci, ma non li ho utilizzati. Non lo abbiamo mai fatto ed anche questa volta abbiamo preferito non utilizzarli».
«Mio figlio fa terapia e tutta l’organizzazione ruotava sul pomeriggio. Quando abbiamo spostato l’attività di mattina, per forza - racconta ancora Rossana - ho dovuto mettermi in congedo per fargli fare le terapie a Marcianise. Mio marito è fisioterapista ed è impegnato tutta la giornata. Disagi a non finire e alcune attività le abbiamo perse, come il progetto di teatro che si tiene solo di pomeriggio. In questo caso: o si va a scuola o a terapia. Spesso, poi, sono stata costretta a prelevarlo in anticipo da scuola per consentirgli di fare terapia. Insomma, è venuto meno il diritto allo studio. Mattia ha avuto un momento di regressione, poi, per fortuna, è migliorato. Ha recuperato sebbene con molti sforzi».
Mattia è gemello. Ha una sorellina che sta con lui in classe e anche per lei, come per tutti gli altri bambini presenti nel plesso Sant’Agostino i primi due mesi sono stati d’inferno. «Tutti i bambini di pomeriggio facevano sport e catechismo e per i primi due mesi, quando è toccato solo a noi del plesso Sant’Agostino fare il turno pomeridiano perché i bambini della centrale già avevano fatto i doppi turni sino a prima di Natale – conclude Rossana – sono stati costretti a non frequentare più né palestre né catechismo».

«Per quest’anno scolastico – conclude la mamma del piccolo Mattia – io sono in congedo, ma l’anno prossimo sarà un problema se si dovesse continuare a fare i doppi turni sarà una tragedia, ma, comunque, le sue terapie vengono prima di tutto».
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Il Mattino