Due pullman carichi alla volta dell'Ucraina Al ritorno 110 rifugiati

Due pullman carichi alla volta dell'Ucraina Al ritorno 110 rifugiati
È partito ieri sera alle 19 il primo autobus pieno di medicinali diretti alla popolazione ucraina. Questa mattina partirà anche il secondo bus. Direzione la stazione...

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È partito ieri sera alle 19 il primo autobus pieno di medicinali diretti alla popolazione ucraina. Questa mattina partirà anche il secondo bus. Direzione la stazione centrale di Varsavia, capitale della Polonia. Arrivati lì dopo 1965 chilometri e con tre autisti che si daranno il cambio lungo tutto il percorso, i due autobus caricheranno a bordo centodieci persone, tra donne e bambini, in fuga dall'Ucraina per la guerra. Li preleveranno da lì e li trasporteranno fino al Seminario vescovile della Diocesi di Caserta dove ad accoglierli ci sarà un rifugio sicuro, cibo caldo e assistenza continua.



Non solo medicine quelle partite con i due autobus da Caserta. Oltre ai medicinali e al materiale sanitario, sono stati spediti in Ucraina anche indumenti intimi, pannoloni e del cibo in scatola. Da segnalare, rispetto alle spedizioni ordinarie, è senza dubbio la spedizione di mimetiche militari e stivali anfibi destinati alla popolazione civile che nell'ultima settimana è stata chiamata alle armi per difendere le città dall'assedio russo. Altri beni inscatolati sono stati consegnati dal nucleo comunale di Protezione civile di Caserta. I bus dovrebbero ritornare in città già per questo fine settimana.

Ieri pomeriggio, intanto, il vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, ha celebrato la messa del mercoledì delle ceneri officiata nel duomo. Nel corso dell'omelia, il presule ha più volte invitato ad una profonda riflessione sulla guerra in corso in Ucraina, unendosi all'invito di papa Francesco al digiuno per la pace, e chiedendo un momento di preghiera ai fedeli rivolto proprio a chiedere il cessate il fuoco. «Abbiamo concordato con la Prefettura il primo piano di accoglienza dei profughi in arrivo dall'Ucraina ha commentato don Antimo Vigliotta, direttore della Caritas di Caserta La Diocesi di Caserta è pronta ad accogliere i primi arrivi. Abbiamo individuato una serie di alloggi idonei per essere adibiti a rifugi d'emergenza. Naturalmente non mi riferisco alla sola città di Caserta, ma anche a tutti i comuni della Diocesi. L'appello che abbiamo rivolto ai nostri parroci è stato accolto in modo unanime dai sacerdoti e tutti hanno contribuito a trovare dei luoghi per le persone in arrivo. Sarà ovviamente una raccolta gratuita ha aggiunto don Antimo e solidale a trecentosessanta gradi. Siamo in costante contatto con la Prefettura di Caserta per concordare quotidianamente le misure da adottare. Nel frattempo continua la raccolta farmaci nelle nostre parrocchie e le donazioni dei tanti casertani». La raccolta medicinali è attiva anche presso il Centro di ascolto Caritas San Bartolomeo in via Giulia a Centurano, Caserta.



La città è in grande fermento e tutti stanno contribuendo alle raccolte organizzate dalle associazioni casertane. Tra queste, anche la fondazione La casa della Speranza che venerdì mattina consegnerà a don Antonello Giannotti, parroco della hiesa del Buon Pastore, un carico di medicinali e presidi medici raccolti con l'aiuto della farmacia Santa Caterina e della Pharma Vivica sas. Saranno altresì spediti quattro defibrillatori semiautomatici di ultima generazione. Tra le iniziative organizzate, da segnalare quella di domani pomeriggio, alle 16 in piazza Carlo III di Borbone voluta dalle scuole casertane e a cui parteciperà anche il sindaco di Caserta, Carlo Marino, ed il presidente della Provincia, Giorgio Magliocca. La città di Caserta ha accolto i primi 15 profughi provenienti dalle zone di guerra dell'Ucraina e che sono riusciti a scappare da Leopoli, unica città dell'ovest da cui è possibile scappare. Andreji, bimbo ucraino di appena cinque anni, è al B&B di via Marzano a Caserta dove è stato temporaneamente accolto. «Signora Ruslana ma qui c'è la cantina se arrivano le bombe?», ha chiesto il bimbo poco dopo il suo arrivo. «Abbiamo disdetto tutte le prenotazioni di turisti - racconta Ruslana - per poter accogliere i nostri connazionali. Sono arrivate sei madri e sette bimbi dagli uno agli undici anni. Al bimbo che mi ha chiesto delle bombe ho detto di stare tranquillo, che qui non arrivano. Nei suoi occhi come in quello degli altri ho letto tanto terrore. La donna incinta piange continuamente».
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Il Mattino