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I suoi occhi, ancora vivaci e sorridenti, raccontano una vita lunga 101 anni, compiuti e festeggiati ieri a Piana di Monteverna, il suo paese di adozione, circondata dall'affetto dei figli, Michele, Patrizia, Giuseppina, dei sei nipoti, dei quattro pronipoti, di tanti amici, del sindaco Stefano Lombardi, venuto a darle gli auguri a nome dell'intera cittadinanza che le ha donato una pergamena e un fascio di fiori.
E c'erano persino due carabinieri in divisa, in rappresentanza dell'Arma nella quale il marito ha militato per decenni. Rita Iodice, nonna Rita come la chiamano tutti, ha celebrato così il suo ultracentenario compleanno: non aveva potuto farlo lo scorso anno allo scadere del secolo (è nata il 15 gennaio 1922) perché proprio in questi stessi giorni era ammalata di Covid.
«Avremmo voluto farle una grande festa a gennaio scorso, ma siamo stati costretti a rimandarla perché eravamo contagiate entrambe», dice la figlia Patrizia, insegnante elementare, con cui vive nonna Rita. E aggiunge: «Tanta preoccupazione per mamma: si è negativizzata dopo due mesi.
«Sono nata a Ponza, dove ho conosciuto mio marito, Antonio Santabarbara, carabiniere, che prestava servizio sull'isola. Poi ci siamo trasferiti ad Ischia, dove abbiamo vissuto più di dieci anni, prima di stabilirci qui a Piana di Monteverna, il paese di mio marito. Mi sono trovata bene dovunque e dovunque ho trovato tanti amici», dice ricordando l'isola natia, dove negli ultimi anni, però, non è più tornata: «Non volevo farmi vedere come sono diventata vecchia». Ma nella memoria rivivono tutti i luoghi che ha amato: Sant'Angelo, Ischia porto, Ischia ponte, fino a Piana di Monteverna, dove si è ambientata subito anche se un po' il mare le è mancato. Indelebili i ricordi degli anni della guerra e i sacrifici legati a quel terribile periodo. «Le fughe per i campi per sfuggire agli invasori, la fame, le difficoltà. Proprio allora ero incinta della mia prima figlia: quanta paura per lei e me».
E questo mondo contemporaneo così diverso dal suo, che effetto le fa? «È tutto cambiato, tutto diverso», riflette. «Prima c'era la fame ora c'è tanto spreco. E poi i telefonini: non c'è uno che non abbia sempre questi oggetti in mano». Ma è contenta nonna Rita, commossa ed emozionata mentre spegne le 101 candeline, immortalata proprio dai tanti cellulari che per una volta non le saranno sembrati fuori luogo. «Non mi pare vero, non credevo di arrivarci, mi sento una principessa», dice.
Il Mattino