Enzo Di Domenico, passione eterna per le sette note: in uscita il nuovo disco

Ecco gli inediti del cantautore dell'amore

Enzo Di Domenico
 «Elisa, per piacere, ci fai un poco di caffè? Voi lo prendete il caffè, vero, dottore? O volete un poco  ...

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 «Elisa, per piacere, ci fai un poco di caffè? Voi lo prendete il caffè, vero, dottore? O volete un poco 


di amaro? Un whisky?». Enzo Di Domenico è stato uno dei principali protagonisti della scena musicale napoletana dei gloriosi anni Settanta, e da allora non ha mai smesso di scrivere e cantare. Non a caso, l’ultimo disco di inediti uscirà tra pochi giorni, realizzato a ottant’anni. Dai suoi tantissimi fan, presenti in tutto il mondo, è considerato un maestro della musica. Eppure, è lui che accoglie l’ospite che gli fa visita a casa, nella villa di Castel Volturno, come fosse arrivata una star, riempiendolo di ogni attenzione e chiedendo subito alla moglie di preparare il caffè. «Sono nato nel 1943, in casa, nel quartiere di Poggioreale, sotto le bombe - racconta divertito, esorcizzando dolori e paure - e da allora è sempre stata una guerra». Aveva soltanto un anno quando perse la vista, ma mai buonumore e desiderio di condividere con chiunque il dono della vita. Nelle sue opere canta e fa cantare essenzialmente il sentimento dell’amore. Fra gli artisti che hanno interpretato i suoi brani vanno segnalati senza dubbio Mario Merola, Massimo Ranieri e Sergio Bruni. Le canzoni popolari sono molte, fra cui “Spusalizio ’e marenaro”, “Paura” “’O bar ’e l’università” e “Sì, Annamaria”. Ma Di Domenico è associato soprattutto a “Passione eterna”, interpretata anche da Valentina Stella nel film “Benvenuti al Sud”. A Castel Volturno, però, città dove vive da quarantadue anni, non ha mai dedicato una specifica canzone. «Seppure non è mai citata direttamente, è di fatto in tutte le mie opere - racconta con candore e semplicità - perché canto sempre Napoli, e questo luogo lo intendo come un quartiere della mia città. Castel Volturno, dove arrivai spinto dal terremoto dell’80, è stata una rivelazione. Anche quando si calmò il fenomeno tellurico, con mia moglie scegliemmo con piacere di fermarci qui, che riteniamo una località residenziale di Napoli, lontana dal caos metropolitano. Ma neanche tanto, perché in poco più di venti minuti d’auto siamo a Fuorigrotta». La villa di Baia Verde dove vive la famiglia Di Domenico è grande e accogliente, immersa nel verde. All’occorrenza, diventa sia pensatoio sia luogo d’ispirazione. «Qui ogni sera c’è festa - dice il cantautore - vicini del viale e gente anche 
di altre zone, artisti e colleghi, compagni di una vita e amici appena conosciuti, ci incontriamo tutti a tavola e finiamo quasi sempre al piano». Lo splendido pianoforte a coda è al secondo piano, 

di fianco alla sala di registrazioni le cui mura sono lastricate dagli oltre cento 33 giri pubblicati durante la ricchissima carriera. E anche il suo utilizzo restituisce la sua generosità, perché la offre gratuitamente a ogni artista emergente che desidera provare la complicata carriera. Susy Emme, giovane musicista e interprete, amica del maestro, si avvicina al piano, pigia i tasti e canta “Passione eterna”. Di Domenico l’ascolta e si emoziona. Le lacrime che gli scendono sul volto esprimono la sensibilità dell’uomo che si commuove anche se a interpretare le sue canzoni non è un artista acclamato e famoso. Luca e Luna sono i suoi figli. Entrambi molto legati al papà, Luna è musicista apprezzata anche negli Stati Uniti, dove ha recentemente vissuto. Luca, invece, è l’ombra del papà, «e anche gli occhi», dicono gli amici. Lo segue in ogni sua attività, fra cui la produzione e post produzione musicale. «Ma adesso quando tornate a trovarmi? - chiede  Di Domenico al giornalista che dopo la visita sta andando via - vi aspetto qualche sera, quando più preferite. Potete venire con chi desiderate, anche senza avvisare. Ma se me lo fate sapere, vi faccio preparare una cena speciale». Speciale è la sua compagnia, la sua ospitalità e la passione per la musica che il tempo non ha scalfito.

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Il Mattino