Nove bombole da campeggio per attivare la fiamma ossidrica con la quale sono state divelte le grate della finestra. Il boss del clan Belforte, Alessandro Menditti e il suo...
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Una vicenda che ha ancora troppi lati oscuri e che vede come unico latitante Alessandro Menditti. Durante la rocambolesca evasione, infatti, l’altro fuggiasco è rimasto a terra dopo un volo di oltre sette metri mentre tentava di scavalcare il muro di cinta. E anche in questo frangente la vicenda assume dei contorni a dir poco inquietanti. In base agli elementi raccolti dagli investigatori della Polizia Penitenziaria - che stanno indagando sulla vicenda coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Frosinone, il magistrato Adolfo Coletta - nel momento in cui lo straniero, accusato di traffico di droga è precipitato, dal buio sarebbero sbucati dei complici che avrebbero tentato di portarlo via. Il tutto, sempre secondo le indiscrezioni, all’interno delle cinta murarie e non all’esterno come in un primo momento ipotizzato.
Se questi sospetti dovessero trovare un fondamento di verità allora la questione diventerebbe ancor più grave. Le indagini proseguono a tutto campo come proseguono a tamburo battente anche le ricerche di Menditti. Carabinieri, penitenziaria, polizia e guardia di finanza di tutta Italia sono sulle sue tracce ed in particolar modo l’attenzione degli inquirenti si sta focalizzando sulla zona di Recale, nel casertano, dove Menditti vive e dove possiede appoggi indiscussi.
Affiliato al clan dei Belforte di Marcianise, il 44enne potrebbe essere evaso proprio per tornare a gestire in prima persona quei territori che, dopo le retate dell’antimafia e le condanne, soffrono della mancanza di un referente. Solo un’ipotesi investigativa cbe però, con il passar dei giorni e la sparizione nel nulla dell’uomo, potrebbe avere un fondamento. Menditti quindi potrebbe aver trovato rifugio in qualche bunker ben protetto e dove difficilmente potrà essere scovato. Gli inquirenti attendono ora di poter interrogare l’albanese che è immobilizzato nel reparto di terapia intensiva del policlinico «Umberto Primo» di Roma. A seguito del violento impatto con il suolo l’uomo ha riportato una grave lesione alla spina dorsale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino