Interporto: fatture false, in carcere imprenditore e il suo consulente fiscale

Arresti dalla Guardia di finanza di Caserta, i due operano nell'Interporto di Marcianise

Il consulente Danilo D'Angelo
Un imprenditore attivo nel settore della logistica all'interno dell'Interporto Sud Europa di Marcianise e il suo commercialista - il consigliere comunale di Casagiove,...

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Un imprenditore attivo nel settore della logistica all'interno dell'Interporto Sud Europa di Marcianise e il suo commercialista - il consigliere comunale di Casagiove, Danilo D'Angelo - sono stati  arrestati dalla Guardia di Finanza e portati in carcere su ordine del gip del tribunale di Napoli. Sequestrati sei milioni di euro. L'ipotesi è che i due indagati abbiano messo in atto un sistema di frode fiscale con l'emissione di documenti falsi: sono state scoperte oltre 2.600 fatture per operazioni inesistenti emesse da società cosiddette «cartiere», fittizie, create dagli indagati solo per operazione illecite, ma prive di qualsiasi struttura organizzativa.

 

 

I finanzieri della compagnia di Marcianise hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili ai due indagati e del valore stimato di oltre 6 milioni di euro. Già nel febbraio 2022 l'imprenditore e il suo commercialista-consulente fiscale erano stati colpiti dalla misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare, rispettivamente, l'attività imprenditoriale e professionale, ma incuranti dell'ordine giudiziario, hanno proseguito nell'attività illecita, creando una società «cartiera» tutta nuova con cui hanno realizzato ulteriori profitti illeciti per sei milioni di euro (somma che corrisponde a quanto sequestrato), aggravando così la loro posizione. I finanzieri hanno scoperto che l'imprenditore, grazie alla regia del consulente fiscale, avrebbe realizzato in totale negli ultimi anni ingenti risparmi di imposta, in particolare costi indeducibili per un valore di oltre 40 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di IVA indetraibile per un valore di oltre 8,6 milioni di euro. Ai due indagati sono contestati numerosi reati, ovvero l'autoriciclaggio, il falso in bilancio, la bancarotta documentale e fraudolenta, l'indebita percezione di erogazioni pubbliche e le indebite compensazioni effettuate con l'utilizzo di crediti inesistenti.

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Il Mattino