«Due settimane fa Carmine e Stefania hanno litigato e mia figlia mi ha detto: Non ce la faccio più. mi picchia, mi ha minacciato e più volte mi ha puntato in...
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Stefania ieri notte aveva dormito da voi? «Certo. Però lei e il marito abitavano proprio nella casa di fronte alla nostra e io ieri sera mi sono accorto che le luci erano accese. Lo ho detto a Stefania che mi ha risposto Lasciamo perdere, andiamocene a letto». Cosa è successo ieri mattina? «Io non lo so, posso solo immaginarlo. Stefania è uscita alle 4,30, aveva appuntamento con dei colleghi per andare a lavorare. Probabilmente lui l' ha aspettata e l'ha minacciata per entrare in macchina. O forse le ha solo chiesto un passaggio. Certamente poi la ha uccisa». Come ha saputo che sua figlia era morta? «Alle 5,30 hanno chiamato dal posto di lavoro di Stefania e mi hanno detto che lei non era arrivata. Ho capito subito che era successo qualcosa di grave. Sono salito in auto e ho cominciato a setacciare l'Asse Mediano. L'avevo già percorso due volte quando mi ha telefonato mia moglie per dirmi che a casa erano arrivati i carabinieri. Hanno trovato due pistole regolarmente dichiarate: io lavoro come autista alla giunta regionale e per questo ho chiesto il porto d'armi». Voi avevate aperto un bar per Carmine: come è andata a finire? «Molto male, lui non riusciva a gestirlo e quindi siamo stati costretti a cedere l'esercizio. Ma già prima avevamo cercato il modo di offrigli l'opportunità di lavorare, anche con una bancarella. Ma non è servito a niente. Credetemi: io ho fatto di tutto per aiutare quel ragazzo: inutilmente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino