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CASERTA - È una giustizia con il freno a mano tirato, quella dell’era Covid. Salvo poche eccezioni, le udienze si sono tenute a distanza o con trattazione scritta, oppure ancora, specie nel caso di procedimenti con più parti, c’è stato un rinvio. Nel recente decreto legge «mille proroghe» la normativa emergenziale è stata prolungata fino al 30 aprile per i procedimenti amministrativi, ma si stanno allineando anche i tribunali ordinari.
IL PESO
Ma quanto ha pesato la pandemia su di un sistema Giustizia che procedeva già in affanno? Proviamo a misurarlo per i due tribunali della provincia di Caserta, utilizzando i numeri prodotti dalla banca dati del Ministero della Giustizia e concentrandoci su quelli più aggiornati, che consentono di fare il punto allo scorso 31 dicembre.
SANTA MARIA CAPUA VETERE
La storica caserma Mario Fiore, nuova sede del settore civile, non è ancora entrata nella piena operatività. Movimento fortemente ridotto, e iscrizioni a ruolo calate di quasi mille unità. Erano stati 10.895 i fascicoli iscritti nel 2019, nel 2020 si è scesi a 9.950. In diminuzione anche le sentenze (3.152 contro 3.383) e i decreti ingiuntivi, che sono stati 2.743 contro i 2.956 dello scorso anno. Più che percepibili gli effetti dello stop a procedure esecutive e licenziamenti. I pignoramenti mobiliari sono scesi dai 13.473 del 2019 ai 7.760 del 2020, mentre quelli immobiliari hanno avuto un calo da 391 a 288.
AVERSA
Segno in negativo anche per i numeri che riguardano il tribunale di Napoli Nord. Al castello aragonese i nuovi fascicoli del settore civile sono stati 12.181, quasi tremila in meno rispetto ai 14.890 fatti registrare nel 2019. Drastico calo anche per quanto riguarda le sentenze, che sono state 2.778 contro le 3.501 dello scorso anno. Oltre mille in meno, poi, sono stati i decreti ingiuntivi emessi: quest’anno 4.856 contro i 5.836 del 2019. Giù, anche se non di molto, i pignoramenti: quelli mobiliari sono calati da 5.238 a 3.462, mentre quelli immobiliari sono passati da 636 a 396. Come nel caso di Santa Maria, il numero dei nuovi fascicoli nel settore lavoro e previdenza vede un calo di oltre quattromila unità: per la precisione, le iscrizioni a ruolo sono passate da 17.906 a 13.770, mentre le sentenze calano da 6076 a 5062. Diminuzione meno drastica per quanto riguarda i fallimenti: le nuove procedure sono state 341 contro le 464 dell’anno precedente, mentre le sentenze che hanno decretato il fallimento sono state 96 contro le 104 del 2019. E adesso che succederà? La ripresa a pieno ritmo dell’attività giudiziaria, auspicabile nella misura in cui segnerà un ritorno alla normalità, vedrà confluire nei tribunali una massa di contenzioso che adesso era stata frenata dalla pandemia. Non solo, bisognerà riprendere recuperando quello che era stato interrotto, come ad esempio le procedure che prevedono più prove testimoniali. Da ultimo, sarà possibile effettuare con maggiore libertà perizie e sopralluoghi che erano stati rinviati. A tutto questo si aggiungono le nuove procedure «figlie» del mutato, peggiorato contesto economico: è facile prevedere, ad esempio, che compariranno sempre più spesso nei tribunali i procedimenti legati al sovraindebitamento, che già ora si stanno affacciando sui banchi dei giudici, specie alla luce dei nuovi correttivi apportati alla procedura, che possono portare alla completa sdebitazione. Una sfida che devono raccogliere gli operatori del diritto.
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Il Mattino