«Ha tradito i Casalesi»: vigile urbano ucciso arrestati gli assassini dopo 27 anni Tra i killer anche il boss pentito Iovine

«Ha tradito i Casalesi»: vigile urbano ucciso arrestati gli assassini dopo 27 anni Tra i killer anche il boss pentito Iovine
Antonio Diana era un vigile urbano di San Cipriano ucciso perché sospettato di aver tradito i Casalesi facendo da specchiettista per l'omicidio di uno di loro. Era il...

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Antonio Diana era un vigile urbano di San Cipriano ucciso perché sospettato di aver tradito i Casalesi facendo da specchiettista per l'omicidio di uno di loro. Era il 1989 e la vittima aveva solo 30 anni. Da oggi gli assassini di Diana hanno un nome e un volto: sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo del Reparto territoriale di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Nico Mirante, coordinati dalla Dda di Napoli. Sei di loro hanno ricevuto l'ordinanza in carcere, un settimo era libero: dopo 27 anni pensava di averla fatta franca, ma é andata diversamente.


C'era anche il boss Antonio Iovine nel commando di fuoco che uccise Diana su ordine di Francesco Schiavone «Sandokan», all'epoca boss emergente, che riteneva la vittima coinvolta nell'omicidio di un suo uomo e legata al boss Antonio Bardellino. Tra mandanti ed esecutori materiali di quell'omicidio c'è Iovine, nella veste di collaboratore di giustizia. Diana, secondo quanto si è appreso dal pentito, sarebbe stato colui che «aveva dato la battuta», come dicono in gergo i camorristi, era stato cioè il componente della banda a cui era stato affidato il compito di segnalare ai killer la presenza dell'obiettivo. Il tutto avviene in un clima teso determinato dalla scissione del clan di Bardellino in cui nascono gruppi mafiosi antagonisti, tra i quali si inquadra quello di Sandokan, e in un contesto, quello di San Cipriano d'Aversa, dove la criminalità organizzata controllava praticamente tutto l'apparato amministrativo della città. Come agente della Polizia Municipale, infatti, lavorava Giuseppe Iovine (fratello dell'ex boss Antonio) mentre il fratello di Giuseppe Caterino, detto Peppinotto, (colui che per Iovine era il vero sindaco di San Cipriano, ndr) altro elemento di spicco della mafia casalese, era responsabile dell'ufficio tecnico.


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Il Mattino