«Due anni fa Ciro Guarente mi confessò di voler uccidere la sua fidanzata Heven. Mi chiese se conoscessi qualcuno al quale commissionare il delitto. Io gli dissi che...
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Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Valentina Giovanniello che lo riguarda, vengono inserite una serie di confessioni di De Turris. Proprio a lui, Ciro si era rivolto per recuperare l’arma. Le sue dichiarazioni, ora, aggravano la posizione di Guarente, reo confesso. Ciro, dunque, stando al suo complice, avrebbe progettato di ammazzare anche Heven due anni prima. Era il 2015. Nel 2017 lo scenario cambia e a mente fredda, nel luglio di quest’anno, Ciro decide di «eliminare» Vincenzo che condivide la casa di via Boccaccio ad Aversa con la sua ragazza, la trans Heven Grimaldi. Lo fa con l’aiuto di De Turris il quale, adesso, racconta i fatti: «A luglio di quest’anno, mi disse: tutto a posto, l’ho fatto, l’ho ucciso - si legge ancora nel verbale - successivamente mi confidò che aveva comprato da un grosso ferramenta che si trova a Poggioreale, una sega e un’ascia perché doveva tagliare il cadavere». Nuove indiscrezioni, certo, ma la sostanza non cambia: entrambi, i due arrestati, devono rispondere di reati gravissimi.
Intanto, sono state registrate tensioni tra detenuti nel carcere dove erano detenuti l'assassino, Ciro Guarente, e il padre della sua vittima.
Così il Dap ha disposto il secondo trasferimento in due mesi per Ciro, l’ex militare che ha ammazzato Ruggiero.
Da alcuni giorni, Guarente è detenuto a Matera, trasferito d’urgenza dal carcere di Poggioreale dove era approdato ai primi di agosto. Quando fu arrestato, infatti, dopo una confessione mendace e zoppicante, fu disposto che venisse trasferito a Santa Maria Capua Vetere in quanto, nel carcere napoletano, si trovava già recluso il padre di Vincenzo, detenuto per reati contro il patrimonio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino