Covid, il vescovo di Caserta si affida al patrono: «Ma dobbiamo vaccinarci»

Covid, il vescovo di Caserta si affida al patrono: «Ma dobbiamo vaccinarci»
«È la messa della prima domenica dell'Avvento, l'inizio del nuovo anno liturgico che è l'avvio di un cammino di speranze e migliore occasione per...

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«È la messa della prima domenica dell'Avvento, l'inizio del nuovo anno liturgico che è l'avvio di un cammino di speranze e migliore occasione per indirizzare le nostre preghiere in un momento in cui la salute continua a essere minacciata dalla pandemìa, nella circostanza in cui Caserta viene sfiorata dalla nuova veste in cui il covid si presenta, non poteva esserci per riaprire al culto la chiesa in cui veneriamo il patrono San Sebastiano». Le prime parole, queste, dell'omelia che il vescovo Pietro Lagnese ha rivolto ai fedeli nella centralissima chiesa parrocchiale chiusa da circa due anni per lavori di restauro. Il tempio sarà aperto in tutti i giorni a disposizione del fedeli e dei visitatori, la messa soltanto di domenica e quella della ripresa l'ha celebrata ieri mattina il vescovo Pietro Lagnese coadiuvato da don Vincenzo De Caprio, parroco della Cattedrale e amministratore parrocchiale della chiesa dove si venera la statua del patrono della città. «Abbiamo voluto qui la messa della prima domenica di Avvento ha detto il prelato all'omelia per il grande significato che la celebrazione rappresenta, le speranze che rimettiamo al Signore per l'inizio di una nuova vita, di nuovi percorsi di convivenza civile, di preghiere per la salute che continua a essere minacciata dall'imperversare della pandemia».

E monsignor Lagnese ha insistito sul tema che da circa due anni alterna speranze ed angoscia in tutto il mondo. «Oggi in particolare diceva si fa intensa la nostra preghiera per la famiglia casertana toccata dall'ultima variante del virus, per il nostro concittadino che riveste responsabilità in una grande azienda internazionale che lo porta a frequenti spostamenti tra l'Italia e il Sud Africa. Siamo fiduciosi che tutto procederà per il meglio e che non ci saranno conseguenze se non quelle di convincerci sempre di più che la prevenzione con la somministrazione del vaccino non va trascurata. Pregheremo sempre più intensamente affinchè tutti coloro che sono perplessi nei confronti della vaccinazione superino timori e suggestioni ingiustificate. Non è concepibile che da noi ci siano persone riluttanti alla vaccinazione nel mentre in tante parti dl mondo, nei paesi più poveri dove la pandemia è un flagello ancora più terribile si desidera, si invoca la protezione antivirale di cui non si ha possibilità. Dobbiamo meditare su questo e rafforzare la nostra volontà di riprenderci in mano la vita con la ritrovata salute, motore di tutte le nostre attività».

Il vescovo ha inserito l'occasione della riapertura al culto della chiesa patronale fra i segnali di speranza di cui bisogna farsi portatori. «Estendiamo il nostro augurio e le nostre aspettative per la ripresa della città capoluogo in tutte le attività che la caratterizzano. La Curia confida di collaborare in questo sforzo diceva e ci stiamo attivando per la restituzione al culto e al raccoglimento dei fedeli le chiese che sono state chiuse per anni. Mi riferisco alla chiesa di San Giovanni e all'antica chiesa di Sant'Elena che fa da porta sulla storia di Caserta. Per la chiesa di San Sebastiano ci siamo mossi per l'accelerazione delle opere di restauro dopo che avvertimmo in prima persona, al momento dell'ingresso e dell'investitura alla guida del popolo diocesano casertano, la tristezza di un portale chiuso, proprio quello della chiesa dove si venera il santo patrono. Da questa prima domenica di Avvento, quindi, la chiesa riapre il portale ai fedeli che con insistenza lo hanno auspicato». La gratitudine dei parrocchiani è stata manifestata con un intenso applauso, lo stesso che aveva accolto il prelato al suo ingresso, il sorriso cordiale aperto nel salutare tutti banco per banco come un parroco al suo primo contatto con la comunità affidatagli. 

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Il Mattino