«Incandidabilità», udienza rinviata per gli ex amministratori trentolesi

Incandidabilità, udienza rinviata per gli ex amministratori
Trentola Ducenta. Udienza lampo, aperta e poi rinviata per mancata notifica. Giovedì scorso il giudice del tribunale civile di Napoli nord ha disposto che il Ministero...

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Trentola Ducenta. Udienza lampo, aperta e poi rinviata per mancata notifica. Giovedì scorso il giudice del tribunale civile di Napoli nord ha disposto che il Ministero dell’Interno provveda alla notifica della declaratoria di incandidabilità agli ex amministratori di Trentola Ducenta. In particolare all’ex sindaco Michele Griffo, all’ex assessore Saverio Misso, all’ex amministratore Andrea Sagliocco, prima eletto con Griffo e poi lontano al punto da dimettersi, Amedeo Grassia, Giuseppe Coppola, l’ex sindaco Alfonso Eramo, Arcangelo D’Alesio, Michele Conte, l’ex consigliere comunale Giuliano Pellegrino, cognato di Luigi Diana e fratello di Romeo, già noto alle forze dell’ordine, e Luigi Perfetto.

Per questi ma anche per altri - ben 16 - stando al Ministero, è scattata la proposta e la procedura di incadidabilità anche se solo per un mandato. Una richiesta indice di una «pervasività» criminale che coinvolge le istituzioni.
Per Misso l’ufficio territoriale di Governo ha fatto emergere la frequentazione con Salvatore Mazzara, 44 anni, considerato «uomo di fiducia» del killer del clan dei Casalesi, Dario De Simone. Mazzara, ora coordinatore delle piattaforme logistiche dell’azienda «Catone», per anni, dopo il pentimento di De Simone, è rimasto in Alto Adige, dove si è inserito nella catena di supermercati Eurospin per diventare capoarea e coordinatore investimenti. Ha poi assunto il ruolo di direttore di vendite della Carrefour Campania. E' tornato in Campania. Per Amedeo Grassia la Prefettura sottolinea il grado di parentela con Salvatore Orabona, ora pentito, mentre per Giuseppe Coppola la Prefettura tira fuori un vecchio reato. L’indice della proposta di incandidabilità per Perfetto fa riferimento a un controllo: sarebbe stato controllato in compagnia di Girolamo Biondino, fratello del boss Francesco Biondino, condannato nel maxi processo Spartacus I. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino