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Ha trovato la morte mentre, insieme con i colleghi, stava raggiungendo il cantiere di lavoro a Milano. Si chiamava Tobia Ferrara e aveva cinquant'anni la vittima dell'incidente dell'altro pomeriggio all'altezza di Orvieto, sull'autostrada Napoli - Milano. L'uomo abitava a Mondragone, dove era nato, con la sua famiglia, la compagna e due figlie giovanissime.
Come i compagni, Ferrara aveva deciso di continuare a vivere nella sua città di origine nonostante da anni lavorasse in giro per l'Italia e l'Europa con un'azienda di manutenzione della rete ferroviaria che ha in appalto lavori per Rete Ferroviaria Italiana e altri operatori del settore. Il gruppo, sei persone tutte dipendenti della stessa società, stava raggiungendo Milano a bordo di un furgone aziendale.
A 5 chilometri dal casello autostradale di Orvieto, in direzione nord, il viaggio si è improvvisamente spezzato. Il conducente ha perso il controllo del minibus, sbandando e finendo poi per ribaltarsi lungo la corsia di sorpasso.
L'incidente sembra un macabro scherzo del destino. Era una delle prime volte che, per le trasferte, si spostava con il minibus. Lo ricorda pure Emilio, un suo amico d'infanzia, «sceglieva sempre il treno per andare sul posto di lavoro. Stavolta lo hanno convinto ad andare con il furgone. Poi dicono che il destino non esiste». La salma è stata trasferita all'istituto di medicina legale dell'ospedale di Perugia ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Si attende l'esecuzione dell'esame autoptico. Solo dopo sarà decisa la data del suo ritorno a Mondragone. In concomitanza con il rito, il sindaco Francesco Lavanga potrebbe proclamare il lutto cittadino.
Lo stesso Lavanga si è fatto interprete dei sentimenti di dolore dell'intera città: «Non trovo parole che possano alleviare una simile tragedia. La morte di una persona cara, soprattutto quando sopraggiunge così repentina e inattesa, mostra la sua incomprensibilità, la sua ingiustizia ai nostri occhi. Ai familiari della vittima esprimo le mie condoglianze». Il pensiero di molti in città è subito andato a un tragico precedente, quello dell'aprile del 2017 quando due operai di Mondragone, Salvatore Verolla di 42 anni e Achille De Lisa di 52, anche loro dipendenti di un'azienda di manutenzione ferroviaria, rimasero uccisi in un incidente alle porte della stazione di Bressanone. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino