CASERTA - Messo di fronte alle sue responsabilità non poteva far altro che tacere. E così ha fatto Vincenzo Cioffi, 23 anni, accusato di aver sequestrato, torturato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In realtà Cioffi, già noto alle forze dell’ordine per furti, ha un passato difficile alle spalle. Sin da piccolo è stato affidato a diverse case-famiglia e da bambino pare sia stato oggetto di violenza da parte di parenti. Intanto, però, le indagini sui soprusi sulle due ragazze che si sarebbero verificati fra le quattro mura di via De Simone vanno avanti. I magistrati della procura di Santa Maria Capua Vetere stanno ricostruendo i tasselli di un mosaico interrotto da troppi punti oscuri. Personaggio-chiave è Marcello, «il cugino di Vincenzo di 19 anni», spiega in un verbale nelle mani della magistratura la sedicenne prigioniera. «Per un periodo dormiva con noi», racconta ancora. Con l’aiuto di una psicologa, la ragazzina è tornata indietro nel tempo, a quei due mesi scanditi da botte. Quando la sedicenne è tornata a casa, a settembre del 2016, ha raccontato delle sevizie subite da Vincenzo. La madre, a quel punto, ha stilato una denuncia e l’ha presentata ai carabinieri. «Mi figlia mi ha riferito che dormiva nello stesso letto di Cioffi con suo cugino, tale Marcello che però dopo due settimane era andato via perché non sopportava il fatto che mia figlia venisse picchiata da Vincenzo, il quale lo faceva anche davanti a lui oppure glielo riferiva vantandosene».
Su Marcello, dunque, sarebbe concentrata l’attenzione degli investigatori, ma anche sulla madre di Vincenzo, vittima delle violenze del figlio, la quale però non ha mai denunciato. Solo quando la ragazzina era stata accolta nella clinica «Dono Svizzero» di Formia, i medici avevano riscontrato i segni delle violenze: «Ematomi alla spalla sinistra e all’interno della gamba - si legge nel referto - con vari disturbi, presentava sintomi psichici e un persistente rivissuto dell’evento, ansia, pianto e tristezza». Sarebbe stato Marcello ad assistere alla prima violenza subita dalla sedicenne di Aprilia: «Mentre il cugino dormiva o faceva finta di dormire- ha spiegato agli inquirenti la 16enne- Vincenzo mi ha colpita con schiaffi al viso e mi ha bloccata tra il letto e il muro, avevo il respiro corto, mi faceva male la testa e vedevo nero anche perché non mangiavo da giorni. Gli ho chiesto acqua e zucchero e Vincenzo chiese al cugino di portare ciò. Subito dopo Vincenzo mi abbracciò e mi chiese scusa, chiedendomi di dargli un’altra possibilità». Dopo un mese lei però è fuggita. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino