In località Frasseto nulla è rimasto fermo in queste settimane. Anzi, mentre il lavoro degli ambientalisti prosegue ora più nelle sedi istituzionali che tra...
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Eppure nei giorni scorsi un nuovo caso ha scosso i vertici dell'azienda energetica da una parte e i residenti dall'altra. Secondo una relazione curata dall'associazione «Storia Viva» nella persona della presidente Simona Fracasso, ad oggi la Edison sarebbe indietro con alcune prescrizioni riguardanti l'impatto della centrale sui beni archeologici del territorio. Per questo motivo la Soprintendenza di Caserta e Benevento ha richiesto un sopralluogo sul cantiere con la sezione archeologica dell'ente, mentre la stessa Fracasso ha ottenuto accesso agli atti. Così nei giorni scorsi sul cantiere sono partiti altri scavi: non quelli per realizzare le fondamenta della centrale, ma quelli della «Geomed», azienda di Scafati specializzata nella geoarcheologia e geologia ambientale, incaricata dalla Soprintendenza per effettuare indagini. Alcuni esperti di sondaggio geognostico sono già al lavoro con radar di rilevamento di tracce di insediamenti archeologici sul cantiere. Un'autentica sorpresa nel percorso di realizzazione dell'impianto a Presenzano. Eppure in un documento sullo studio preliminare ambientale della centrale, del luglio 2017 e firmato Edison, vengono dedicate sezioni alla componente archeologica.
«Il Comune di Presenzano - si legge nel fascicolo dell'azienda - ha effettuato un'indagine mediante sopralluoghi sui siti segnalati in bibliografia e in archivio e l'esecuzione di saggi su un insieme di aree prossime alle zone di maggiore e possibile espansione edilizia. Sulla base degli interventi effettuati è stata elaborata una carta del Potenziale Archeologico: il sito di intervento, compreso all'interno della Cte, non rientra tra le aree di interesse identificate». Saranno i nuovi esami disposti dalla Soprintendenza a sciogliere questo nuovo nodo, vincolato all'eventuale ritrovamento di beni archeologici in località Frasseto. «Numerose testimonianze degli abitanti di quella zona a ridosso del Volturno - sottolinea a questo proposito Giuseppe Bocchino del «Comitato agricoltori No Turbogas» - ci riferiscono di frequenti rinvenimenti casuali durante i lavori agricoli. Dunque noi vigileremo affinché ci sia la massima attenzione per ogni eventuale traccia, anche minima, di interesse storico-archeologico».
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Il Mattino