La reggia dal fango Carditello simbolo del genio Collecini

ll presidente della Fondazione: presto l'apertura delle sale reali

La reggia dal fango Carditello simbolo del genio Collecini
Una mattinata dedicata a Francesco Collecini, maestro di visioni e architettura, primo collaboratore di Vanvitelli, che all'ombra del grande architetto ha visto...

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Una mattinata dedicata a Francesco Collecini, maestro di visioni e architettura, primo collaboratore di Vanvitelli, che all'ombra del grande architetto ha visto "sfuggire" dalla rete della storia il ricordo della sua grandezza. Ad accendere i riflettori, in uno dei suoi capolavori, ci ha pensato il Club per l'Unesco di Caserta, presieduto da Jolanda Capriglione, che ieri mattina ha dedicato, nel Real sito di Carditello, una giornata di studi a Francesco Collecini. Un parterre di alto profilo con contributi preziosi.

«Siamo nel trecentesimo anniversario della nascita di Collecini ha spiegato la presidente Capriglione ; la valanga di attenzione su Vanvitelli in occasione dei 250 anni dalla morte ha offuscato tutti, finanche Manzoni e in questo offuscamento è finito anche Collecini. Questi non fu un allievo di Vanvitelli ma uno dei principali collaboratori, sia nel senso tecnico sia culturale. Proprio con Carditello Collecini dimostra come egli abbia condiviso la visione assolutamente moderna di Vanvitelli sul dialogo tra l'opera architettonica e il paesaggio tanto da reinventarlo se necessario».

Collecini fu a Caserta, per volere di Vanvitelli, già dal 1752. Nel 1787 ricevette da re Ferdinando IV l'incarico della costruzione del Real sito di Carditello. «Qui continua la professoressa Capriglione di fronte ad una distesa bellissima ma semi paludosa reiventa il paesaggio e lo costringe a dialogare con la fabbrica, con l'edificio. Le mura più che di chiusura vogliono segnare una linea importante nel paesaggio, dicono: sto qui, mi dovete guardare».

Un organismo a doppia T, rigorosamente simmetrico con la palazzina reale al centro, dalle linee classiche ed eleganti, da cui si irradiano i corpi bassi riservati all'azienda agricola, ritmati dalla presenza di otto torri negli snodi dei corpi di fabbrica e il galoppatoio per le corse dei cavalli come un antico circo romano, con due fontane con obelischi in marmo e al centro un tempietto circolare da quale la famiglia reale assisteva agli spettacoli ippici.
«Proprio come Francesco Collecini ha impresso per sempre l'immagine di Carditello nella memoria collettiva ha dichiarato Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione , alla nuova governance della Fondazione spetta ora il delicato compito di disegnare un nuovo piano strategico, che si propone di riaffermare l'identità del territorio e generare uno sviluppo economico per l'intera comunità. Oggi Carditello non è solo un patrimonio storico, artistico e ambientale, ma è soprattutto uno stile di vita: un presidio di accoglienza e legalità sul territorio, che ha l'ambizione di diventare un vero e proprio hub di imprese agricole, culturali e turistiche, nel segno della sostenibilità ambientale e dell'inclusione sociale».

E poi la notizia che da anni si attendeva: «Non può esserci occasione migliore per annunciare la prossima riapertura delle sale reali ha detto con soddisfazione Maddaloni ; chiuse perché sottoposte a cantieri e a lunghi lavori di restauro effettuati negli ultimi anni, a breve saranno di nuovo aperte al pubblico, proprio a testimoniare la firma indelebile del Collecini e a ricordare, nell'anno del tricentenario della sua nascita, la sua preziosa eredità e il nostro impegno per Carditello».

Dopo i saluti del presidente della Fondazione Real sito di Carditello, Maurizio Maddaloni, della vicedirettrice del dipartimento di Architettura dell'ateneo "Vanvitelli", Danila Jacazzi, e di Enrico Carafa, preside del liceo "Pizzi" di Capua, hanno portato il loro contributo Mariano Nuzzo, soprintendente Area metropolitana di Napoli, Riccardo Serraglio, docente di Storia dell'architettura e del design all'Università "Vanvitelli". Il dibattito ha visto la partecipazione di Paolo Mascilli Migliorini del Cda della Fondazione con il coordinamento della professoressa Capriglione.
 

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Il Mattino