Mafiosi siciliani: «Io i Casalesi li invidio, hanno ciò che vogliono»

Mafiosi siciliani: «Io i Casalesi li invidio, hanno ciò che vogliono»
Catania. «Centomila discussioni con la gente. E poi che che rimane in mano? Niente. Io i Casalesi li invidio per questo...» perché «qualche cosa ti serva...

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Catania. «Centomila discussioni con la gente. E poi che che rimane in mano? Niente. Io i Casalesi li invidio per questo...» perché «qualche cosa ti serva loro ce l'hanno». È uno sfogo sugli 'affarì della cosca Cappello-Bonaccorso intercettato dalla polizia di Stato di Catania nell'ambito dell'operazione Penelope con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 indagati. C'è anche chi si lamenta «con lo Stato che si prende i soldi». «Ho un certificato che voglio vendere per sistemare un paio di cose - racconta un affiliato a un suo collega - ma ci prendono per 'collò. Ci devo lasciare 150mila euro che sono soldi lavorati...». Contanti ne girano tanti nel clan, anche «350.000-400.00 euro al mese», ma c'è chi rimpiangi i tempi andati: «.. Soldi ne hanno guadagnato assai, ma quando c'era gente di spessore... poi è successo che a quello lo hanno ammazzato, a quello lo hanno arrestato e sono rimasti i soldi...». Ma c'è un problema, «800, 500 mila euro, li avevano nascosti tutti... li avevano nascosti nei muri... e ora... Ora se li mangia lo Stato...». Mentre per il clan dei Casalesi, uno dei più violenti d'Italia, per i mafioi catanesi il problema non esiste. «Ottengono ciò che vogliono», spiegano in una intercettazione. Ma le spese per i catanesi  non mancano: bisogna pagare gli stipendi, «rispetto alla scala gerarchica». Si va dai 500 ai mille euro al mese per gli affiliati di 'basè a salire. Al boss ergastolano detenuto in regime di 41 bis, Salvatore Cappello, il suo clan, che gli riconosce il ruolo di capo assoluto, «noi - rivela un esponente della cosa intercettato - gli mandiamo 10mila euro al mese... perché c'è sua moglie che deve fare i colloqui e ci va con l'aereo...»
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Il Mattino