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Una scia di sangue interminabile, un numero di vite stroncate sul luogo del lavoro che non si arresta, nonostante gli appelli, le richieste di sicurezza e le indignazioni ogni volta che si verifica una morte. Nei giorni scorsi è toccato a Carlo Amendola, un operaio di 53 anni di Casoria nel Napoletano che ha perso la vita dopo un incidente occorsogli giovedì scorso, 11 aprile, mentre stava lavorando in un'azienda della zona industriale Nord di Marcianise, la Futur Box srl.
Secondo le prime indagini portate avanti dai tecnici dello Spsal dell'Asl di Caserta e dai Carabinieri, su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha aperto un fascicolo, Amendola mentre stava effettuando alcuni lavori di manutenzione su un macchinario sarebbe rimasto impigliato con la mano in alcuni rulli che gli avrebbero provocato delle ferite al braccio e al collo. Immediatamente è stato soccorso dai colleghi di lavoro e dai sanitari del 118, i quali verificate le gravi condizioni, lo hanno trasportato all'ospedale Cardarelli di Napoli. Qui nonostante un intervento chirurgico è deceduto sabato notte.
La salma è stata posta sotto sequestro in attesa dell'esame autoptico che si svolgerà domani e che dovrà accertare le cause del decesso. Sequestrato anche il macchinario causa delle ferite che si sono rivelate mortali. Amendola lascia la moglie, Gianna Gallo e due figli.
Quella di Carlo Amendola è solo l'ultima morte sul lavoro che si registra nell'area industriale di Marcianise. Appena un mese fa, il 12 marzo, nella stessa area industriale, in territorio di San Marco Evangelista, perse la vita il giovane Giuseppe Borrelli, 26 anni di Volla, mentre stava lavorando nell'azienda di costruzioni metalliche Laminazione Sottile in un incidente simile a quello capitato ad Amendola. La vittima, mentre svolgeva il suo turno su una linea meccanica, rimase con il braccio conficcato in un macchinario.
Lo scorso 6 settembre, ancora, è toccato ad un omonimo, Giuseppe Borrelli, 51enne di Pignataro Maggiore nel reparto verniciatura della Comet Sud, azienda che produce componenti metalliche per automobili, sempre nella zona industriale di Marcianise Nord, travolto da un pesante carrello. Un elenco senza fine di cui Carlo Amendola è solo l'ultima vittima di una vera strage che, a parte il clamore del momento, si consuma in silenzio e nel disinteresse generale.
I sindacati proprio in questi giorni sono impegnati in manifestazioni per chiedere più sicurezza sui posti di lavoro. Ma nulla si fa di concreto. Sono troppe le famiglie che piangono un loro caro chenon fa più ritorno a casa. Mariti, padri, figli, che escono per lavorare, assicurare un presente e un futuro dignitoso a loro e alla propria famiglia, contribuendo allo sviluppo del Paese che, però, non fa abbastanza per proteggerli.
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