«Siamo stati costretti a restituire il denaro ai bagnanti, abbiamo perso il settanta per cento degli incassi in un unico fine settimana. Ora il mare è di nuovo...
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Come ha affrontato la marea nera dei rifiuti in acqua?
«I danni sono incalcolabili, davvero sfioriamo il 70 per cento in meno degli incassi. Ma non c’è stato alcun divieto di balneazione da parte dell’Arpac, questo sia chiaro. Al Sud siamo abituati a infliggerci delle pene da soli, io dico che non dobbiamo buttarci giù e continuare a testa alta. Il mare è limpido adesso».
Ma cosa ha provocato l’onda nera? Voi imprenditori avete chiesto spiegazioni?
«Sì. Alcuni dicono che forse ha ceduto un collettore sottomarino a Formia e che le correnti hanno fatto in modo che il danno fosse vissuto qui da noi. Altri, invece, dichiarano che la colpa sia dei depuratori che funzionano a metà. La verità, secondo me, è un’altra: sono i Comuni dell’entroterra del Casertano e del Napoletano che non sono dotati di impianti di depurazione a monte e alcuni di loro scaricano direttamente nei Regi Lagni i rifiuti delle condotte cittadine, senza far passare le acque per il depuratore. Questa è la vera vergogna, lo scempio e la negligenza che penalizza questa terra. I sindaci si facciano carico di ciò perché le tasse sulla presunta depurazione le pagano tutti i cittadini, ma poi questa “pulizia” delle acque c’è per davvero?»
C’è stato un periodo, però, fra il 2011 e il 2013, in cui la Procura di Santa Maria Capua Vetere con i depuratori in amministrazione giudiziaria riuscì a far funzionare bene il depuratore di Villa Literno. Ora l’autorità giudiziaria si sta muovendo?
«Ci sono varie denunce, ma poi non conosco l’iter che intraprende un esposto. Ciò che è certo è che i sindaci del litorale, per primo Antonio Poziello di Giugliano, fino al primo cittadino di Cellole, hanno smentito che ci fosse un allarme da parte dell’Arpac, l’unico ente deputato a lanciare il divieto di balneazione per evitare rischi legati alla salute nel caso di inquinamento pericoloso. La cosa certa è che il nostro mare per ora è stato salvaguardato. L’acqua è limpida».
E se servisse più cultura da parte dei cittadini? In fondo gli scarichi illegali sono frutto di ignoranza.
«Anche questo. La cosa che mi rattrista è che in altre parti d’Italia dove il mare è in condizioni peggiori, ci si ingegna per trovare un modo per attrarre turisti con collaborazione fra pubblico e privato. Qui, invece, le imprese e i privati devono combattere per ottenere i proprio diritti, come ad esempio un mare pulito. E tutto questo è assurdo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino