È di Baia e Latina Maria Antonietta Di Tommaso, restauratrice poco più che trentenne, con la passione del riciclo. Da una bobina in legno ha ricavato una poltrona,...
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Maria Antonietta ha conseguito all'Accademia delle belle arti il Diploma in Conservazione e restauro dei materiali dell'arte contemporanea. Il restauro è il suo lavoro. Per lei c'è stato un primo Progetto di Tesi di laurea di primo livello, quando effettuò recuperò il coperchio di sarcofago a Kline, nel Museo Nazionale di Roma. E poi un secondo Progetto di tesi per la laurea di secondo livello: «Il restauro di un volume del 1722, attraverso l'integrazione delle lacune con carta giapponese e l'integrazione pittorica ad acquerello». Un impegno di pazienza, tecnica, passione.
Dal 2006, poi, tanti i suoi interventi. Come i lavori di pulitura-stuccatura-reintegrazione pittorica di due dipinti murali di Domenico Purificato al Palazzo della Prefettura di Frosinone. O ancora i lavori di pulitura di varie pietre (appartenenti a privati) nella scuola elementare Regina Margherita a Roma. Maria Antonietta Di Tommaso si era distinta già da tirocinante, quando, nell'anno accademico 2008/09, al Colosseo a Roma aveva effettuato lavori di pulitura di varie colonne di marmo. O l'anno dopo, quando all'interno del Chiostro di Michelangelo delle Terme di Diocleziano a Roma fece diventare come nuove due statue di marmo. «Che i turisti possono ammirare nella loro bellezza», sottolinea.
Maria Antonietta parla dei suoi lavori come si trattasse di creature. Come la pulitura di busti marmorei d'epoca romana nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di bassorilievi presso l'Accademia delle belle arti di Napoli.
E che dire della tela «Saltimbanchi» di Emilio Notte, la pulitura di disegni su carta realizzati da Giacinto Gigante presso la Pinacoteca dell'Accademia delle belle arti di Napoli. Con le sue abili mani e con le tecniche imparate in anni di studi è riuscita a far rivivere la «carta di circolazione di un motociclo» risalente agli anni '60, un «certificato per ciclomotore» risalente agli anni '60. E ancora il restauro di una statuetta in gesso raffigurante Gesù, di una statuetta in gesso raffigurante Sant'Antonio, di una stampa su carta raffigurante Sant'Antonio; di una stampa su carta raffigurante Sant'Anna; del Crocifisso in gesso su croce; di una stampa su carta raffigurante la Pietà; di una statuetta in gesso raffigurante Maria, Gesù e Giuseppe; di un affresco che raffigura le anime del purgatorio tra le fiamme; del pavimento maiolicato datato 1755, all'interno della Cappella del Purgatorio, situata a Castello del Matese. a Malta le è capitato di dare il meglio di sé. La chiamarono per delle mensole decorative e torri in pietra della facciata del Palazzo del Gran Maestro nella città di La Valletta. «Nell'isola sono rimasta a lungo e ho avuto grandi soddisfazioni», ricorda. A Malta ha restaurato un cassettonato ligneo all'interno del Palazzo Zammitello (risalente al 1700 circa) situato a La Valletta; il restauro di un dipinto, che raffigura i tre blasoni appartenenti alle famiglie maltesi di Manduca, Zammit e Azzopardi. E, inoltre, il restauro dello stemma araldico dei Cavalieri di Malta, e delle cornici lignee in foglia d'oro che incorniciano i tessuti in seta affissi alle pareti. Oltre alla ricostruzione delle decorazioni di una volta, all'interno del Palazzo Zammitello (risalente al 1700 circa) pure a La Valletta.
Maria Antonietta è come un chirurgo con gli oggetti che le capitano a tiro. Ha ricostruito e stuccato la mano sinistra e il libro della scultura raffigurante San Nicola, a Onna a L'Aquila, dove il terremoto fece danni irreparabili. Lei interviene, cura e ricostruisce come un medico dell'arte e della memoria. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino