«Maria, la tragedia ci ha svegliati» Addio alla donna uccisa dal consorte

«Maria, la tragedia ci ha svegliato» Addio alla donna uccisa
Dragoni. «Tutti siamo in parte responsabili di questa tragedia». Con queste parole il parroco di Dragoni, don Davide Ortega, ieri mattina, ha iniziato la sua omelia in...

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Dragoni. «Tutti siamo in parte responsabili di questa tragedia». Con queste parole il parroco di Dragoni, don Davide Ortega, ieri mattina, ha iniziato la sua omelia in occasione dei funerali di Maria Tino, la 49enne uccisa giovedì, sulla panchina davanti alla propria abitazione, dal compagno Massimo Bianchi, reo confesso. Alla base del femminicidio c’è la gelosia di un uomo che, paradossalmente, giusto un anno fa la salvò dopo che Maria fu ferita con 25 coltellate dall’ex marito, Angelo Ruggiero, attualmente in carcere proprio per quel reato. Un dramma che, in un centro di poco più di duemila anime, ha coinvolto tutti, tanto che la festività di San Ferdinando, santo patrono del paesino, in programma tra venerdì e ieri, è stata rinviata.

La chiesa dell’Annunziata era stracolma non solo di dragonesi, ma anche di gente proveniente da gran parte del Matesino. Don Davide nell’omelia ha sottolineato che «Maria rimarrà per sempre nella sua famiglia, tra i suoi amici e nella sua comunità perché lei non è una perdente. Perché a perdere sono le persone che non credono nella vita». Poi riferendosi alla tragedia ha aggiunto: «Grazie Maria. Attraverso il tuo sacrificio possiamo svegliarci per non essere vittime di una società che deve cambiare. La violenza sulle donne di fatto la viviamo tutti i giorni attraverso pregiudizi che non portano alla crescita globale». 
Il parroco, di origini peruviane, ha anche raccontato di «conoscere Maria personalmente da quando, quattordici anni anni fa, sono arrivato a Dragoni. L’ho conosciuta attraverso i suoi figlioli che hanno fatto tutti i percorsi di catechesi». Del dramma ne ha discusso anche con i ragazzi del campo scuola «In questi giorni ho chiesto cosa abbiano provato, mi hanno risposto: “paura, rabbia, tristezza”». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino