CASERTA - Resta intatto il vincolo imposto dalla sovrintendenza sull’area della discarica di Maruzzella a San Tammaro, nonostante da qualche settimana era filtrato un...
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Nonostante tutto sui vari tavoli istituzionali resta la volontà di recuperare una struttura che andrebbe comunque riqualificata, dato che le tecnologie previste oltre dieci anni fa ora risultano obsolete. La stessa Regione Campania nel nuovo piano di smaltimento rifiuti, sta puntando su questo tipo di strutture in cui dovrà essere trasferita la frazione umida. Nel casertano dovrebbero sorgere altri 4 impianti simili, di cui due dislocati non lontano dal sito di Maruzzella, ovvero a Casal di Principe e Cancello Arnone che hanno già dato la disponibilità per accogliere l’impiantistica. La grande incognita in questo caso resta legata alla possibilità di recuperare anche quello già costruito, ma poi del tutto abbandonato, presente nell’area dell’invaso di San Tammaro. Per far entrare in funzione la struttura servirà uno sforzo non da poco, dato che nel corso del tempo l’area ha ospitato le ecoballe ed è stata anche oggetto di atti vandalici.
Intanto va avanti anche il discorso relativo alla chiusura dell’impianto di Maruzzella, che ha raggiunto il limite di 1,5 milioni di metri cubi di rifiuti. La discarica, dove veniva smaltita la frazione umida dei rifiuti trattata allo Stir di Santa Maria Capua Vetere, resta chiusa, ma l’emergenza è stata scongiurata grazie ad un intervento preventivo della Gisec che ha previsto un bando per il trasporto dei rifiuti fuori regione. Questo servizio, però, prevede dei costi eccessivi, ecco perché la stessa società provinciale, insieme con Regione, Provincia e Comune sta cercando soluzioni per evitare il trasporto in altri impianti.
Una svolta potrebbe arrivare il prossimo 13 marzo quando in Regione è prevista la conferenza dei servizi, dove si parlerà della possibilità di recuperare le volumetrie, in seguito al naturale degradazione dei rifiuti, dall’impianto di Maruzzella 3. In questo si potrebbe riaprire la discarica per almeno un anno.
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Il Mattino