Ero il presidente dell’Udeur e mi occupavo solo della gestione politica del partito: delle faccende territoriali avevo dato mandato ad Antonio Fantini. Tommaso Barbato?...
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Dei politici finiti sotto accusa a Caserta il 12 luglio 2015 per l’inchiesta della Dda su appalti e mazzette con regia dei Casalesi, resta imputato dinanzi al tribunale di Napoli Nord solo l’ex senatore dell’Udeur Tommaso Barbato. Archiviate le posizioni del deputato Carlo Sarro e dell’ex sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, resta in piedi della presunta condotta politica collusa inquadrata dall’inchiesta Medea, solo la parte attribuita all’ex consigliere regionale di Marigliano, campione di voti e accusato di avere «venduto» i lavori in somma urgenza per la manutenzione della rete idrica campana alle aziende «amiche» del suo «amico», Franco Zagaria, cognato dell’omonimo boss Michele «capastorta», detenuto al 41 bis. Barbato respinge con forza le accuse e nel corso delle udienze fiume che si stanno tenendo presso il palazzo di giustizia partenopeo, dinanzi al tribunale di Napoli Nord, ha ricostruito attraverso i suoi avvocati quelli che, secondo il suo punto di vista, furono i criteri adottati per l’attuazione della manutenzione della rete idrica.
Nel calderone giudiziario scatenato dall’operazione del 12 luglio 2015 sono però inevitabilmente finiti anche i rapporti politici e le trame interne al partito che Barbato rappresentava all’epoca dei fatti, l’Udeur. Proprio per questa ragione, la difesa dell’ex senatore della Repubblica, rappresentata dai penalisti Francesco Picca e Vincenzo Propenso, ha chiesto la convocazione in aula del fondatore ed ex presidente dell’Udeur, Clemente Mastella, oggi sindaco di Benevento. La chiamata in causa del politico di Ceppaloni si è resa inevitabile alla luce delle dichiarazioni del pentito Giacomo Caterino, il quale ha raccontato di aver conosciuto Franco Zagaria, cognato e factotum del boss, addetto agli appalti e ai contatti politici dei Casalesi, «a Telese, tramite Clemente Mastella». Secondo il collaboratore di giustizia fu «Pino Fontana a dirgli di essere in contatto con Barbato». Le vicende politiche che Mastella è stato chiamato a ricostruire risalgono al biennio 2005-2006 quando Franco Zagaria, supportato dal segretario campano Udeur dell’epoca, Antonio Fantini, caldeggiò la nomina di Luigi Annunziata a manager dell’ospedale di Caserta. Lo stesso Annunziata di cui parla Sandra Mastella nell’intercettazione «per me è un uomo morto», poi diventata celeberrima e inclusa nell’indagine del 2008 che travolse l’Udeur poco prima della fine del governo Prodi. Annunziata aveva «tradito» i Mastella ma ufficialmente era ancora con l’Udeur che all’epoca, a Caserta, aveva la sua massima espressione in Nicola Ferraro, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
«A Caserta eravamo l’ultimo partito» ha detto ieri Mastella che - interrogato per circa due ore - ha sostanzialmente ricostruito l’organigramma dell’Udeur in quegli anni. Si torna in aula la settimana prossima. Il pm ha annunciato il deposito di verbali di nuovi pentiti mentre il tribunale ha calendarizzato le prossime udienze. La sentenza è attesa, al massimo, per il mese di gennaio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino