I carabinieri del Nas di Caserta hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, nei...
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Scoperto un raffinato sistema truffaldino, imperniato sulla strumentalizzazione della "Farmacia Cristinziano" di Castelvolturno, luogo di ideazione e commissione dei reati: il sistema consisteva nella redazione di ricette mediche, da parte di un medico di base del Sistema sanitario nazionale, il quale, previa ricezione mensile di indebite somme di denaro (circa 300 euro al mese), consegnatigli dai gestori o titolari della farmacia, prescriveva medicinali a fantomatici pazienti, perché deceduti, inesistenti ovvero ancora del tutto ignari delle prescrizioni sanitarie loro intestate. Il secondo segmento dell'illecito traffico consisteva nella presentazione delle false ricette al Servizio Sanitario Nazionale per il relativo pagamento, a titolo di rimborso per la farmacia. Infine - ed è questo il terzo segmento - la disponibilità, da parte del sodalizio criminoso, di consistenti quantitativi di medicinali privi di fustelle veniva utilizzata per la commercializzazione abusiva all'estero dei medesimi farmaci, potendo contare su di una struttura criminale transnazionale.
L'indagine trae origine da una segnalazione inviata ai carabinieri del Nas di Caserta dal direttore generale del Pasl di Caserta, nella quale veniva posto in evidenza che, da una verifica contabile interna, effettuata sulle prescrizioni mediche dell'anno 2013, emergeva che il medico di base di Castel Volturno, aveva generato una spesa farmaceutica per ogni paziente pari a 808,33 euro, rispetto alla media aziendale di 167 euro. I successivi approfondimenti investigativi permettevano di dimostrare che il medico di base, dal 2013 al 2016, in cambio di indebite somme di danaro, aveva emesso e fornito alla farmacia ricette mediche, per un valore superiore ad 800mila euro, intestate a pazienti deceduti, inesistenti o, comunque ignari.
Le attività investigative hanno altresì consentito di accertare che molte delle ricette venivano emesse direttamente dalla titolare della farmacia o dai suoi collaboratori, grazie all'utilizzazione dei ricettar!, dei timbri, messi a disposizione dal medico unitamente alle proprie credenziali di accesso al sistema nazionale, che permette l'emissione delle ricette dematerializzate. Ottenute le ricette, la farmacista ed i suoi collaboratori, alcuni dei quali destinatali del provvedimento eseguito nella giornata odierna, asportavano i bollini segnaprezzo dalle confezioni di farmaci, che apponevano sulle false ricette; mentre le confezioni di farmaci defustellate venivano destinate ad un mercato clandestino, europeo (Ucraina).
Nel corso delle indagini sono state acquisite ed esaminate circa 200mila ricette e sequestrate oltre tremila confezioni di farmaci prive delle fustelle, circa 1.200 ricette in bianco, più di 500 fustelle segnaprezzo, timbri, materiale informatico, ecc. Il danno all'Erario è stato stimato pari a circa 300mila euro; ed è per questi motivi che è stato emesso anche un decreto di sequestro di pari importo a carico degli indagati, per valori equivalenti. Le condotte contestate riguardano molteplici episodi di truffa aggravata ai danni del Sistema Sanitario Nazionale, di corruzione, di falso in atto pubblico, di ricettazione dei farmaci privi delle fustelle, nonché il delitto di associazione per delinquere, con l'aggravante della transnazionalità, in quanto il sodalizio criminoso era proiettato ad introitare gli illeciti profitti non solo grazie al sistema truffaldino ai danni del Servizio sanitario nazionale, ma anche attraverso la commercializzazione dei farmaci defustellati in territorio straniero. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino