Per oltre un anno si è preso cura di alcuni anziani ospiti in una casa di riposo della provincia di Caserta – dopo essersi vista accolta la sua richiesta di...
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Tutto ciò in base ad una nuova normativa che prevede, anche per gli imputati adulti e per i reati che non superano i quattro anni di pena, la possibilità di «pagare» lo sbaglio anticipatamente per ottenere la cancellazione del reato commesso. Protagonista della prima decisione del genere, sentenziata dal giudice Sergio Enea, sull’esempio della più nota «probation» di tradizione processuale anglosassone, un fisioterapista di Maddaloni, C.V., 30 anni, coinvolto nella vicenda giudiziaria riguardante il possesso di sostanza stupefacente, nel settembre di due anni fa. Il suo legale, il penalista Paolo Sperlongano, in virtù della presenza di determinati elementi processuali, aveva infatti avanzato la richiesta di messa alla prova sulla base dei presupposti necessari e dopo aver provato che quella sostanza era detenuta dal suo assistito per uso personale. Di qui, l’inizio dell’attività lavorativa sociale del fisioterapista il quale è stato osservato e monitorato dai responsabili del Centro servizio assistenza sociale dell’area penale che, al termine del periodo di messa alla prova, hanno provveduto a fornire al giudice una relazione positiva sul comportamento dell’indagato. L’uomo era stato coinvolto nella vicenda nell’ambito di un controllo di polizia giudiziaria e sulla scorta di alcune informazioni acquisite dagli investigatori: quindi, avevano eseguito una perquisizione su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere sequestrando la droga contenuta in una borsa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino