CASERTA - Sono dodici le cooperative che hanno partecipato al maxibando della prefettura di Caserta per gestire il servizio di accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo....
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Date certe sull’arrivo dei profughi non sono ancora state comunicate ma è evidente che il territorio non può farsi trovare impreparato di fronte ad eventuali nuovi sbarchi. Nel dettaglio il maxi bando prevede una suddivisione della provincia in otto lotti territoriali (ciascuno dei quali raggruppa una serie di comuni) che dovrebbero essere pronti ad accogliere ciascuno fino a 160 rifugiati. Tra questi Caserta, Casagiove, Castel Morrone, Maddaloni, Marcianise, Caiazzo, Teano, Aversa, Teverola e Sparanise. Sono esclusi soltanto i comuni di Castel Volturno, Cellole, Formicola, Mondragone, San Nicola la Strada e Sessa Aurunca che hanno già superato la quota massima consentita dal piano di riparto del Governo.
Ultimo dato significativo quello relativo allo screening sanitario degli ospiti che la gara assegna proprio ai centri di accoglienza temporanea. Ogni struttura deve disporre infatti di almeno due stanze da destinare alla quarantena in caso di eventuali contagi. I nuovi centri di accoglienza andranno ad aggiungersi alle strutture attualmente attive sul territorio.
Dall’inizio dell’emergenza si contano quasi mille rifugiati sul territorio (ma si tratta di stime ufficiose), distribuiti in poco più di venti centri ubicati in quattro maxi aree della provincia: alto-Casertano, litorale, agro-caleno e conurbazione casertana. I rifugiati presenti in provincia di Caserta sono in prevalenza uomini, hanno tra i 25 e i 45 anni, e sono originari di Pakistan, Afghanistan, Siria, Libia, Eritrea, Gambia, Mali, Niger, Nigeria e molti altri Stati dell’Africa subsahariana. Ma ci sono anche minori non accompagnati e donne, seppure in piccole percentuali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino