«Delusa da un amore, così se n'è andata Mirta»

REGGIA
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CASERTA - «Mirta era per me un’amica affezionata, più di una sorella e ci sentivamo telefonicamente più volte al giorno. Ma negli ultimi giorni mi parlava spesso dell’idea del suicidio, io la imploravo di promettermi che non l’avrebbe fatto, poi invece è successo. Mi ha detto che si sarebbe lanciata nell’ultima telefonata, quella mattina del 17 luglio, e lo ha fatto». 

A parlare è un amico, il migliore amico di Mirta Rem Picci, la donna di 44 anni che si è lasciata cadere nel vuoto la mattina del 17 luglio scorso dalla finestra del terzo piano della Reggia di Caserta. Una morte incomprensibile a tutti. Lei, bella e apparentemente professionalmente realizzata, si è uccisa per un sofferenza interiore, lacerante, legata probabilmente a un supplizio d’amore. Raffaele Piazza è colui che ha fatto l’ultima telefonata a Mirta prima che lei finisse sul selciato del cortile interno alla reggia vanvitelliana, il gioiello di Caserta segnato dal 17 luglio scorso da un lutto infinito. I poliziotti, dopo la tragedia, hanno telefonato a Raffaele quel maledetto giorno di luglio perché il suo era l’ultimo numero che compariva sulla rubrica in entrata della bella architetto. «Mirta aveva un fortissimo desiderio di maternità e a 44 anni soffriva del fatto di non avere figli dall’uomo della sua vita - racconta Raffaele - nel 2017 sono stato quattro volte suo ospite nella sua villa con giardino ad Agnano. Occhi negli occhi abbiamo passato attimi bellissimi e la ricordo ballare il suo flamenco». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino