Il canone Rai perseguita anche i defunti. E chi, per causa di forza maggiore e dopo la dipartita, è impossibilitato a regolarizzare personalmente i pagamenti riceve anche...
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O comunque di una qualsivoglia omessa comunicazione o mancato aggiornamento della titolarità delle utenze. E invece la storia assume contorni paradossali. Gli eredi hanno mantenuto le utenze ma comunicando pure al gestore delle forniture elettriche l’atto di disdetta del canone tv. In quanto già titolari di canoni tv poi hanno maturato il diritto a non pagare due volte. Una condizione che sembra non essere sufficiente. «A dire il vero –spiegano con una missiva- eravamo certi che già l’Inps e Poste Italiane avessero comunicato il cambio di domicilio. Oggi, la nostra mammina risiede al cimitero comunale di Ruviano, settore D terzo loculo superiore». Ma continua, dopo il decesso certificato, a ricevere posta.
Eppure a poche ore dal decesso (avvenuto alle 10 del mattino), già l’Inps e Poste Italiane a mezzogiorno avevano bloccato il funzionamento del bancomat personale. La cara signora Del Buono lasciando la vita terrena ha perso, in tempo reale, giustamente i diritti ad accedere al suo patrimonio personale ma comunque continua a conservare i doveri esattoriali. Continua a vivre in archivi mai aggiornati e nelle scartoffie. Insomma, ciò che viene accertato in tempi record dalla banca dati di un ente può non essere rilevato, e per anni, per gli archivi immobili e antiquati di un altro. Nonostante il dolore e la sorpresa, con humor britannico, gli eredi lamentano proprio il «doppiopesismo burocratico»: «Avevamo pensato di vivere in uno stato garantista con sistemi aggiornati e garanti per i contribuenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino