Ha chiesto l’estromissione dal processo, inutilmente. Così, la curia di Alife-Caiazzo è stata rinviata a giudizio come responsabile civile per l’omicidio...
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Ieri, il giudice Emilio Minio, ha rinviato a giudizio anche il titolare dell’impresa Alma Service e un imprenditore di Gioia Sannitica, colui che avrebbe dato disposizioni sul luogo di lavoro quel giorno della tragedia. Dovrà affrontare il processo anche la responsabile alla sicurezza del cantiere. Per quest’ultima, ha retto l’accusa di non aver impedito il montaggio della piattaforma «autosollevanta» in assenza di Pos, il documento cioè che stabilisce le operazioni di sicurezza da adottare.
Autorizzazioni tecniche, necessarie però. Soprattutto quel giorno ventoso di ottobre, il 31 ottobre del 2015. Il vento sollevò le impalcature e le fece cadere giù. Si è costituita come parte civile al processo anche la Cgil di Caserta, attraverso l’avvocato Sergio Tessitore. Parte civile nel processo sono anche i congiunti dei due operai, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Coltellessa, Massimo Scetta e Vittoria Pellegrino. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino