Napoli Nord, tribunale in panne Gli avvocati: «Orlando ci ignora»

Napoli Nord, tribunale in panne Gli avvocati: «Orlando ci ignora»
«Il ministro della Giustizia è stato sia nel Casertano che nel Giuglianese nel corso del suo tour elettorale per le Primarie del Pd, ma si è guardato bene dal...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Il ministro della Giustizia è stato sia nel Casertano che nel Giuglianese nel corso del suo tour elettorale per le Primarie del Pd, ma si è guardato bene dal visitare il tribunale di Napoli Nord, forse consapevole che si sarebbe trovato di fronte a una realtà poco edificante e che sarebbe stato sommerso dalle nostre istanze».

A sferrare l’attacco frontale al guardasigilli, Andrea Orlando, è l’avvocato Paolo Trofino, presidente della Camera Penale di Aversa, «virtualmente» collocata nel palazzo normanno visto che, a tre anni dall’inaugurazione, l’Avvocatura non ha ancora un locale in Tribunale. Quello di Aversa è il Palazzo di Giustizia più giovane d’Italia, fondato per piazzare un picchetto dello Stato nel cuore di un territorio tristemente ribattezzato «gomorra» e bollato come «terra dei fuochi». La camorra da un lato, le ecomafie dall’altra, un tasso di immigrazione elevatissimo. Questo è il contesto. Un milione di utenti gravano sul Palazzo di Giustizia di Napoli Nord e il Tribunale, così come la Procura, ce la mette tutta per rispondere alle esigenze di un territorio con la più alta densità criminale d’Italia, tuttavia le carenze di organico amministrativo e di cancelleria sono diventate delle emergenze quotidiane con le quali fare i conti. 
Suggestivo, all’avanguardia, il castello aragonese di Aversa che ospita la cittadella giudiziaria ha tutti i numeri per spiccare il volo, se solo le istanze presentate a ripetizione dal presidente del tribunale, Elisabetta Garzo, avessero trovato ascolto a Roma. «Un’assenza pesante che non possiamo ignorare», rincara la dose l’avvocato Trofino, «Dal 17 al 21 luglio saremo in astensione per far sentire anche la nostra voce, accanto a quella del Tribunale e della Procura, perché la nostra è una protesta che viene da criticità che interessano davvero tutti coloro che lavorano a Napoli Nord». Astensione, dunque, e non è la prima volta. «C’era un sogno, - commenta il presidente Trofino - che si chiamava Napoli Nord: la presenza dello Stato in un posto dannato. Ma oggi ci ritroviamo di fronte a una utopia paradossale che la clamorosa disattenzione del ministro Orlando di certo non risolve: senza il personale adeguato, la macchina del Palazzo di Giustizia non andrà mai a regime». «Ne pagano le conseguenze gli avvocati, il Tribunale e la Procura, nonché l’utenza stessa,- continua - tutti operano con impegno e abnegazione, ma ciò non può bastare: il ministro ha il dovere di visitare il Palazzo di Giustizia di Napoli Nord, così da poter contestualizzare le istanze che gli sono più volte state sottoposte dal presidente Garzo e comprendere che se si lascia sola Aversa si perde terreno contro la criminalità organizzata, quel terreno così faticosamente guadagnato, anche con un significativo investimento economico, racchiuso nel cosiddetto «modello Caserta». 

Gli avvocati, dunque, incrociano le braccia e chiamano il ministro. Sperando che a Roma giunga la loro voce che si unisce a quella del presidente del Tribunale che ha più volte manifestato i problemi al guardasigilli. «Il ministro conosce molto bene la situazione, gliel’ho comunicata da tempo - conferma, infatti, Garzo - Le problematiche denunciate dall’avvocatura sono reali e comuni a tutti noi: si rischia il collasso con i tempi biblici che provengono dall’inadeguatezza numerica di cancellieri e amministrativi. Portantini e infermieri con i quali si è inteso incrementare il personale non bastano. Attendiamo risposte concrete, in caso contrario ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino