Aversa. «Eravamo quattro amici al bar», cantava Gino Paoli. Ma il bar non era quello di fronte al tribunale di Napoli nord ad Aversa dove quattro amici avvocati che...
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Non in tribunale, in un’apposita bacheca o in uno spazio riservato proprio alle toghe, ma sui tavolini del locale a un passo dall’ingresso del palazzo Aragonese, sede del nuovo palazzo di giustizia civile e penale che non ha parcheggio, non ha aule grandi, non ha personale a sufficienza e spesso non ha nemmeno la connessione a internet.
Ieri, è venuto fuori che non c’è nemmeno un posto dove stilare una lista per ordinare i vari processi. Lista che, alle ore 9 in punto, viene data nelle mani del giudice il quale segue l’ordine del foglio. Un modo per velocizzare e organizzare il tempo degli avvocati ed evitare attese fino a sera. Solo che dovrebbe essere prevista una sala interna al tribunale per organizzare tutto ciò.
Tirado i fuori i «perché» e proponendo i «sarà», solo tre giorni fa la presidente del tribunale Elisabetta Garzo aveva vietato, con un’ordinanza, di prenotare le udienze su un pezzetto di carta che di solito veniva appoggiato su un davanzale con una pietra sopra. La pietra evitava che il foglio fosse portato via dal vento. Chiuso per sempre quel sistema, si sono aperte le porte del bar. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino