CASERTA - «Aver denunciato la presunta parentopoli nella sanità campana attraverso le assunzioni fatte dalle agenzie interinali ci ha fatto diventare una sorta...
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«Il radioascoltatore ha raccontato di essere stato adescato con la scusa di un caffè che si è poi trasformato in un rapporto sessuale consumato in un bagno del reparto al costo di 50 euro», ha continuato Borrelli aggiungendo che «la prostituzione avverrebbe in alcuni ambulatori che, di notte, sono chiusi, ma anche nelle scale di emergenza che non sono frequentate, soprattutto nelle ore notturne». Borrelli ha chiesto ai vertici dell’ospedale casertano di fare una verifica immediata per accertare le denunce e identificare le responsabili che devono essere «licenziate immediatamente visto che, con la loro “assenza”, metterebbero anche a rischio la vita dei pazienti che potrebbero non ricevere l’assistenza immediata in caso di necessità». Parla di uno «squallido giro di prostituzione», Borrelli ma sia dalle forze dell’ordine dia dalla direzione del nosocomio il caso viene categoricamente smentito. «I reparti sono chiusi. Vale a dire che nessuno può avere accesso se non citofonando e dando nome e cognome. Nessun estraneo può circolare in corsia», tengono a recitare dalla direzione ospedaliera. Inoltre, «abbiamo sistemi di videosorveglianza. Ragion per cui tutto quello che avviene in reparto e fuori viene monitorato», continuano i vertici che sulla integrità dei propri dipendenti non hanno alcun dubbio ma hanno avviato controlli ulteriori agli otto varchi di accesso alla cittadella ospedaliera. Inoltre, «abbiamo commissioni che costantemente verificano la presenza e l’opera dei nostri dipendenti», aggiungono ancora. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino