Ospedale Moscati di Aversa allo stremo: pochi medici ad agosto

Ospedale Moscati di Aversa allo stremo: pochi medici ad agosto
«Chi arriva qui e deve aspettare tanto, se la prende con questi agenti che sono di guardia al Pronto Soccorso». La paziente sulla sedia a rotelle indica la guardia...

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«Chi arriva qui e deve aspettare tanto, se la prende con questi agenti che sono di guardia al Pronto Soccorso». La paziente sulla sedia a rotelle indica la guardia giurata all'ingresso dell'area Emergenza dell'ospedale «Moscati» di Aversa, il più grande nosocomio in Campania per numeri di pazienti in entrata ogni giorno, dopo il «Cardarelli» di Napoli. «Siamo conciati in questo modo», riflette l'anziana sulla sedia mentre si sistema la mascherina per entrare al Triage. Hanno appena fatto il suo nome dall'altoparlante, dopo un'ora di fila: tempistica niente male tutto sommato. La nipote è pronta a spingerla dentro in carrozzina. Qui, ad Aversa, lamentano la carenza di medici al Pronto Soccorso e turni di 13 ore per i camici bianchi in servizio impegnati a coprire turni dei colleghi lasciati scoperti, spiegano gli addetti.

Qualcuno sussurra che a giungo, in dieci, fra operatori e sanitari abbiano chiesto l'assenza per malattia in massa nel reparto di Cardiologia, ma le dichiarazioni ufficiali e le proteste non arrivano in direzione. La causa è stata un cluster di Covid? Non c'è certezza, nemmeno adesso. Si brancola nel campo dell'ipotesi. Colpisce, infatti, il silenzio e la mancata denuncia della carenza, sia da parte di medici che degli infermieri. Un mutismo che si riflette solo con la paura, anche se non si capisce bene di chi o per cosa, visto che la nuova direttrice del complesso medico Stefania Fornasier sembra essere ben voluta in ospedale: «Sta cercando di mettere ordine in questo presidio», spiegano al «Moscati». La mancanza di camici bianchi, però, c'è e si vede pure. «Molti, è vero, hanno contratto il Covid. Allo stato, fra i contagiati c'è anche un vertice della direzione sanitaria», spiega un infermiere. Ma chi sostituisce chi non c'è? Nessuno, a quanto pare. «È un problema atavico», dice Antimo Dell'Omo della Cisl. «I medici che mettono piede al Pronto Soccorso arrivano e poi vanno via alla prima occasione - racconta - forse per il carico di lavoro. La verità è che anche gli infermieri giovani non possono subito andare in Utic oppure in sala operatoria, bisogna prima formarli. E così, c'è uno stallo». 

Un'altra spina nel fianco che pesa sull'ospedale è la medicina di base nell'Agro aversano e nella periferia di Napoli: è come se non ci fosse, almeno questa è la riflessione che si fa strada guardando i pazienti in fila al Triage. Oltre all'anziana, infatti, c'è un paziente con il mal di testa, un settantenne disidratato e un bambino con la febbre alta. «Casi che potrebbero essere curati anche a casa, invece vengono al Pronto soccorso», racconta l'oss di turno accanto all'ingresso. Al Pronto soccorso dovrebbero esserci almeno tre medici, ogni turno. «Un anno e mezzo fa, circa, ho chiesto la pianta organica dell'ospedale, ma non mi è mai stata data dall'Asl», spiega il coordinatore regionale dell'area sociosanitaria Cisl funzione pubblica, Giovanni Scippa, per anni ad Aversa e ora a Napoli. Sulla carta, infatti, ci sarebbero molti più operatori, ma nei reparti pare non si vedano. «Probabilmente sono inseriti nei distretti, dietro alle scrivanie», fa sapere un altro infermiere che, come gli altri, non vuole essere identificato. A maggio, il «Moscati» era finito sotto osservazione dal manager Asl Ferdinando Russo perché la politica locale aveva puntato il dito contro un'attenzione particolare che la direzione strategica starebbe mostrando nei confronti dell'ospedale di Marcianise, rispetto a quello di Aversa. 

Un caso è certo: uno studio presentato da Anaao-Assomed, sindacato medico italiano, denuncia che negli ultimi 3 anni il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi 21mila medici. Dal 2019 al 2021 hanno lasciato il posto di lavoro in ospedale 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie e scadenza del contratto. Ad Aversa, in particolare, si respira aria di stress fra i medici e anche abbandono. Così come è abbandonata la tenda che due anni fa venne installata per i tamponi, proprio di fronte al Triage, e che ora di notte ospita i rifiuti dei clochard. 

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Il Mattino