Tuoro: Parco Primavera, restyling ok ma sgombero per 30 famiglie

Il parco Primavera
Sarà uno dei primi interventi che vedrà la luce in città nell'ambito del Pnrr. Si tratta del restyling degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di...

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Sarà uno dei primi interventi che vedrà la luce in città nell'ambito del Pnrr. Si tratta del restyling degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di uno dei tre edifici del Parco Primavera di via Pigna a Tuoro. Quasi dieci milioni di euro, questo l'importo previsto dal programma di riqualificazione Erp finalizzato a rimodulare gli appartamenti, migliorare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica ma si interverrà anche sugli spazi verdi, i cortili e le pertinenze del fabbricato B1 del parco. La gara, salvo nuovi rinvii, sarà aggiudicata entro la fine di aprile. I lavori dovranno necessariamente essere conclusi entro il 2026, pena la perdita dei fondi. Trenta gli appartamenti oggetto di ristrutturazione stando a quanto si apprende dalla Misura 11 del Fondo complementare al Pnrr: programma sicuro, verde e sociale.

L'intento non è infatti soltanto quello di mettere in campo una rigenerazione urbana e strutturale ma anche sociale con la finalità di ridurre il degrado fisico dell'area e avviare un processo di rivitalizzazione socio-economica complessivo. L'intervento al fabbricato B1 rappresenterà infatti soltanto il primo step di questa trasformazione. Nel piano triennale delle opere pubbliche, approvato a gennaio, sono stati inseriti i progetti di valorizzazione degli altri due edifici del parco Primavera che saranno finanziati con fondi ministeriali. Nel dettaglio si interverrà sul fabbricato A1 che ospita 38 appartamenti e 33 box auto e si estende per 2.640 metri quadrati e sul fabbricato B2 che conta 28 alloggi e 34 cantine per un totale di 1.200 metri quadrati. Per questi due progetti al momento sono state tuttavia finanziate soltanto le progettazioni.


Resta un punto interrogativo sul trasferimento delle trenta famiglie che vivono negli alloggi oggetto di intervento. Per la loro sistemazione temporanea sono stati previsti nel quadro economico circa 850mila euro. Il Comune si è affidato a una società privata che proprio in queste ore sta convocando le singole famiglie e studiando la situazione di ciascuna di loro per individuare la soluzione più adatta. Non si esclude la possibilità che possano essere ospitate in strutture alberghiere nel caso in cui non si riuscisse a trovare una formula abitativa alternativa. Certo è che al Comune parlano di una vera e propria corsa contro il tempo per riuscire a sgomberare tutti entro l'avvio del cantiere così da rispettare il cronoprogramma dei lavori. Al termine degli interventi rientreranno però negli alloggi soltanto gli aventi diritto.
 

Al Parco Primavera è in corso infatti un braccio di ferro che si protrae ormai da decenni e che ha visto numerose famiglie rischiare più volte lo sfratto. La vicenda di questo Parco nasce infatti all'indomani del terremoto del 1980 quando il complesso edilizio fu requisito per la sistemazione dei nuclei familiari che erano rimasti senza casa. Negli anni successivi il Comune acquistò, seppure in momenti diversi, soltanto due dei tre lotti del Parco con i fondi della Legge 219. Il terzo lotto (il cosiddetto fabbricato B1), per mancanza di fondi, rimase di proprietà di privati. Nel 1995, venendo meno le ragioni di urgenza e straordinarietà, il Comune, a seguito delle ordinanze ministeriali che mettevano fine all'assistenza dei nuclei familiari colpiti dagli eventi sismici, e non potendo più sostenere il pagamento dei canoni di locazione degli alloggi del fabbricato, dispose la derequisizione degli immobili alla quale tuttavia non fece seguito la liberazione degli stessi da parte degli occupanti. Ne derivò un lungo braccio di ferro tra i proprietari degli immobili e i nuclei familiari che ingaggiarono anche un iter giudiziario attraverso il quale si tentò, invano, di sfrattare le famiglie che dal canto loro misero in atto numerose mobilitazioni di protesta. Tutto ciò fino al 2018 quando finalmente il Comune, grazie ai fondi ministeriali, è riuscito ad acquistare anche questo fabbricato. L'annessione al patrimonio pubblico non ha tuttavia sanato le vicende abitative. Per queste famiglie l'Ente ha annunciato infatti di voler avviare un percorso che dovrà portare al riscatto degli alloggi oppure al pagamento di un canone di locazione.


Intanto, nell'elenco annuale del Piano delle opere pubbliche è stata inserita anche la riqualificazione dell'ex asilo nido di via Falluti a Tuoro. Per questo plesso, per il quale è già stato approvato il progetto esecutivo, sono stati stanziati quasi 300mila euro. Dovrebbero essere destinati alla riqualificazione la palestra di via Fanelli e l'area dove sorgeva l'ex tensostruttura, utilizzata come palazzetto sportivo, poi vandalizzata e depredata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino