La soprintendenza per i Beni architettonici per le provincie di Caserta e Benevento ha citato in giudizio il comune di Caserta, chiedendo il mancato pagamento di canoni dal 2003...
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Il Comune si sarebbe reso inadempiente nel versamento di tale canone dal 2003 al 2013, mentre la scadenza naturale della convenzione era stata fissata per il 2004. In sintesi, la soprintendenza ha citato in giudizio il Comune con un atto che è stato notificato all’ente di piazza Vanvitelli a febbraio di questo anno nel quale sono contenute le pretese sopra riportate. L’atto in questione è stato contestato dal Comune anche attraverso una lettera, inviata l’estate scorsa, prima che giungesse la citazione. La lettera, a firma del segretario comunale, Luigi Martino, rimarcava due aspetti, il primo riguardante il rinnovo tacito della convenzione, si tratta del presupposto da cui parte la Soprintendenza per chiedere anche gli arretrati dei canoni, mentre il secondo aspetto riguarda il periodo del debito che sarebbe dovuto essere ricompreso nella massa passiva del dissesto, o meglio, la Soprintendenza avrebbe dovuto fare la richiesta, affinché le somme fossero inserite in tale massa. Un contenzioso con diversi aspetti da chiarire, compreso quello relativo al periodo di riferimento, datato nel tempo senza nessuna messa in mora con l’unico atto prodotto, almeno così sembrerebbe, del decreto ingiuntivo. Il Comune ha deciso di difendersi facendo leva sulle due tipologie di problematiche legate a questo contenzioso, rimarcando che il rinnovo tacito della convenzione, per il Comune, non sarebbe stato possibile in quanto l’ente avrebbe dovuto assumere l’impegno di spesa. Dall’altro lato la soprintendenza sosterrà la posizione che ha determinato la chiamata in causa del Comune. La vicenda è stata resa nota solo di recente, quando sono iniziati gli scambi di missive tra ministero dei Beni e delle Attività culturali e comune di Caserta. I primi contatti formali ci sono stati poco prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino. In realtà, la Soprintendenza nell’atto di citazione in giudizio richiama anche una nota risalente al luglio del 2012 - a quel tempo il sindaco era Pio Del Gaudio - di cui però non è riuscita a produrre la copia cartacea, ma solo il protocollo, chiedendo al Comune di Caserta di esibire tale nota. Un contenzioso con diversi aspetti controversi che si definirà nell’aula del tribunale di Napoli dove la Soprintendenza sosterrà la pretesa economica e il Comune resisterà, sostenendo che nulla è dovuto per i motivi sopra elencati. Intanto, il Comune ha conferito l’incarico all’avvocato dell’ente, Lidia Gallo, con l’indicazione di contestare quanto richiesto dal ministero. Prima di affidare tale incarico il segretario comunale ha proceduto a ricostruire la vicenda, recuperando tutto il materiale a sostegno della resistenza in giudizio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino