OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
LUSCIANO - L’orco di famiglia. L’orco che si intrufola in situazioni di marginalità e di degrado approfittando di persone fragili. L’anziano che doveva proteggerla in assenza della madre, quello al quale la donna aveva chiesto di custodirla, si trasforma in aguzzino infliggendole paure e incubi che non l’abbandoneranno mai più.
Un uomo di 74 anni di Lusciano, per mesi, ha avuto presunte attenzioni particolari nei confronti di una bambina di sette anni che gli era stata affidata dalla madre. Dopo mesi di tensione nervosa della piccola che non parlava, la madre si è accorta che qualcosa la turbava fino a farla parlare. Poi, la denuncia, i racconti di quelle scena fatte alla presenza di una psicologa e, infine, l’arresto dell’uomo che, su disposizione del pm Vincenzo Calvagno D’Achille del tribunale di Napoli Nord, è stato trasferito nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di minore. A eseguire il provvedimento i carabinieri della compagnia di Aversa, coordinati dal tenente Michele di Mario in collaborazione con i colleghi del gruppo della città normanna diretti dal colonnello Donato D’Amato.
L’INIZIO
Il tutto avrebbe avuto inizio due anni fa, nel 2019, quando la mamma della piccola, una rumena che aveva avuto la piccola da un compagno convivente, era stata costretta ad allontanarsi da casa per eseguire degli esami.
L’AIUTO DELLA PSICOLOGA
I militari, anche grazie alla collaborazione di una psicologa, hanno avuto un quadro più chiaro di una vicenda. Secondo una prima ricostruzione dei militari aversani e della stazione di Lusciano, il pensionato, approfittando della circostanza di essere solo con la vittima, l’avrebbe palpeggiata diverse volte nelle parti intime e in qualche occasione si sarebbe spinto anche oltre utilizzando la lingua. Una volta, inoltre, l’avrebbe spogliata nuda per guardarla. In tutti questi casi avrebbe fatto credere alla bambina che fosse un gioco. La bambina, però, non ci aveva mai creduto. Le indagini dei militari del colonnello D’Amato hanno fatto il resto portando alla chiusura del cerchio. Stando al rapporto inviato alla procura della Repubblica del tribunale di Napoli Nord dai militari, infatti, i racconti fatti dalla bambina nel corso delle indagini avrebbero trovato una serie di riscontri, fino all’arresto. Si sarebbe trattato di indagini di tipo tradizionale, con una serie di accertamenti e non del ritrovamento di immagini come qualche fonte ha ipotizzato in un primo momento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino